Nella sua prima intervista da quando si è chiuso EuroBasket 2015, la stella della nazionale greca Vassilis Spanoulis ha escluso ogni possibilità di riconsiderare la sua decisione di ritirarsi dalla selezione ellenica e ne ha spiegato il motivo. Spanoulis ha annunciato il suo ritiro nella giornata del 17 settembre, in un’intervista a bordocampo pochi secondi dopo la vittoria della Grecia 97-90 sulla Lettonia, ultima partita dell’evento tenutosi tra Francia e Germania.
Nonostante la vittoria fosse valsa il quinto posto ad EuroBasket, nella nazionale ellenica c’era delusione per non essere riusciti ad accedere alle semifinali e lottare per una medaglia: l’allenatore della Grecia, Fotis Katsikaris ha detto, durante la conferenza stampa post-partita, che l’annuncio di Spanoulis aveva colto di sorpresa sia lui che la squadra e l’impressione generale era che il playmaker avesse preso la decisione in seguito alla sconfitta nei quarti di finale contro la Spagna.
Ma il trentatreenne playmaker dell’Olympiacos non ha detto queste parole con leggerezza: “Credo con tutto il cuore a questa mia decisione. Quando faccio una scelta così importante è perchè è definitiva e ci ho pensato a lungo: ci avevo pensato una prima volta quando avevamo iniziato la preparazione con la nazionale e poi sono arrivato alla conclusione che era giunto il momento per me di passare il testimone ad altri ragazzi. Quando ti rendi conto che non puoi più aiutare la squadra nazionale, ti devi rassegnare ad andare in pensione e dare il tuo posto a qualcun altro: nessun atleta è eterno, tutti devono essere consapevoli di questo”.
Spanoulis ha iniziato a giocare in Nazionale nel 2004, debuttando alle Olimpiadi di Atene, vincendo l’oro a EuroBasket 2005, l’argento ai Campionati del Mondo del 2006 ed il bronzo ad EuroBasket 2009. Il veterano greco ha quindi un curriculum idoneo per spiegare i mancati successi nel 2015: “L’ingrediente più importante che manca è la chimica di squadra, ma non è facile da trovare in appena due mesi di allenamenti e partite. A volte ci si riesce, altre volte no; mi considero fortunato ad aver vinto tre medaglie con la nazionale, visto il livello della pallacanestro. Bisognerebbe avere la generazione di talenti che ha avuto la Spagna o la chimica di squadra che, in questo momento, ha la Serbia; per fare un esempio, la Francia ci ha impiegato 10 anni per costruire la chimica ed il carattere che li ha poi resi così competitivi. Credo che anche noi potremo tornare al successo, una volta trovata la chimica e con un po’ più di fortuna”.
Spesso un grande atleta esce di scena dopo una partita memorabile o un risultato storico; a Spanoulis non è successo così, ma la stella greca è consapevole che questo non sempre può succedere. “Naturalmente è triste finire con un quinto posto, ma d’altro canto io sono molto orgoglioso per tutti questi anni passati in nazionale: per me è molto più importante aver indossato la maglia con la bandiera greca ed aver rappresentato al meglio il mio paese. Sono triste, certo, ma alla fine si tratta di sport: è un gioco e non è possibile soffermarsi per troppo tempo su di esso”.