Nel giro di pochi mesi, e ad appena 16 anni, ha provato emozioni e conquistato trofei di un livello a cui la maggior parte degli atleti non riesce ad arrivare in un’intera vita sportiva. Per Njegos Sikiras il 2015 sarà impossibile da dimenticare: prima l’invito al prestigioso “Jordan Brand Classic” a New York, coronato dal premio di MVP nella gara del Barclays Center ad aprile, e quindi ad agosto lo storico oro vinto da protagonista (14.2 punti+6.9 rimbalzi in 26.9′ di media nelle 9 gare giocate) agli Europei Under 16 con la sua Bosnia-Erzegovina, battendo i padroni di casa della Lituania nella finalissima di Kaunas.
Dai trionfi della primavera-estate Sikiras è passato all’attuale inizio di nuova stagione condizionato da un problema al ginocchio che gli farà saltare anche la prima trasferta dell’annata sul parquet della Pall. San Michele Maddaloni, l’avversaria dei nerostellati di Germano D’Arcangeli nella seconda giornata del girone C di Serie B, in programma domenica 4 ottobre alle ore 18: “Ho avuto problemi già durante gli Europei e ora mi servirà un po’ di tempo per curarmi. Per il momento sto fermo e mi dispiace molto non giocare con la squadra in queste prime giornate di campionato, ma spero di tornare presto”, dice la 16enne ala piccola nerostellata.
Maddaloni è reduce dalla sconfitta all’esordio della scorsa settimana sul campo della BPC Cassino per 84-51, ma anche la giovanissima formazione stellina ha voglia di riscatto dopo il ko casalingo con la Computer Gross Empoli: “Il nostro è un roster molto giovane, però siamo molto motivati per questo campionato. Magari non saremo la squadra più forte della Serie B, del resto il nostro obiettivo è salvarci e giocare ancora in questa categoria l’anno prossimo. Sappiamo che anche a Maddaloni troveremo un’avversaria con giocatori molto più esperti di noi, ma i miei compagni si stanno allenando forte ogni giorno, per cui andiamo lì con l’idea che dobbiamo vincere”.
Oltre all’impegno con la Prima Squadra, in questa stagione per Njegos ci sarà anche la partecipazione ai due campionati dell’Under 20 e Under 18 Eccellenza, al pari di molti dei suoi compagni della squadra di Serie B: “Chiaramente in questi tornei i nostri obiettivi sono più altisonanti, puntiamo a vincere lo scudetto sia nell’U20 che nell’U18, imitando così i trionfi della scorsa stagione delle nostre U19 e U15”.
A proposito di trionfi per Sikiras è arrivato il momento di rivivere gli esaltanti mesi scorsi partendo dall’oro europeo: “Il segreto della nostra nazionale è che siamo stati davvero uniti, eravamo come fratelli e siamo orgogliosi di aver vinto la prima medaglia d’oro nella storia della Bosnia-Erzegovina tra gli sport di squadra. L’euforia nel nostro Paese è stata grandissima, ma sono rimasto comunque coi piedi per terra, sebbene non fosse facile restarlo”.
Soprattutto vedendo i 60mila tifosi in festa che si sono riversati a Sarajevo: quel fiume di gente per la strada principale della Capitale bosniaca, immortalato da una foto virale che ha impazzato per il web e sui giornali europei, era lì proprio per lui e per gli altri suoi compagni di nazionale. Il 2.04 stellino racconta cosa ha provato al rientro in patria vedendo tutta quella gente da sopra un palco: “Intanto non ce l’aspettavamo assolutamente un’accoglienza del genere. Certo, prima di prendere l’aereo di ritorno dalla Lituania ci avevano detto che ci sarebbe stata gente ad aspettarci, ma tutti quanti noi pensavamo che fossero al massimo in 5mila. Invece già quando siamo sbarcati l’aeroporto di Sarajevo era tutto pieno di gente che urlava “Campioni! Campioni!”, abbiamo fatto un’ora di intervista coi media e quando siamo andati nel centro della città abbiamo visto tutta quella gente ed è stata una serata davvero pazzesca”.
Qualche mese prima c’era stata la partecipazione al “Jordan Brand Classic”: “E’ stata un’altra esperienza più grande di me, vincere il premio di MVP di fronte a Michael Jordan e nella casa dei Brooklyn Nets è stato entusiasmante. Quando sono arrivato a New York era tutto come un sogno per me, oltretutto nell’allenamento prima della partita ho visto che ero davvero coi 20 ragazzi più forti del mondo della mia età, li ho visti più alti di me, più grossi di me, e ho pensato: “Che ci faccio io qui?”. Invece poi durante la gara sono stato sotto pressione giusto per un paio di minuti, mi sono rilassato, ho fatto tutto quello che so fare ed è andata bene. Dopo la partita abbiamo fatto una riunione di un’ora con Michael Jordan, abbiamo parlato con lui della sua vita, di cosa fa adesso, di come è diventato così forte e ci ha detto che il segreto è soprattutto uno: non mollare mai. Che è quanto dovremo fare in questo campionato di Serie B”.