Nelle trattorie, osterie e spacci di vino di Trieste, un tempo luoghi di ritrovo e di associazione, si giocava il tresette ciapanò, vinceva nel gioco delle carte chi conseguiva meno punti, così è stato per l’esordio dei biancorossi triestini che in 40 minuti hanno realizzato 39 punti !
Il richiamo all’antico gioco delle carte, peraltro ancora oggi praticato, ha riscontro nell’assurdo terzo periodo di gioco disputato dai ragazzi di Dalmasson a confronto con Verona che si protrae per dieci minuti, sono riusciti a realizzare il minimo dei minimissimi cioè cinque diconsi cinque miseri punti.
Parliamo nella considerazione di cui sopra di atleti che ogni mese vengono puntualmente retribuiti, di atleti che si sono allenati, di giocatori da sempre professionisti e di giovani speranze che puntano alto.
E’ una realtà che quando piove c’è sempre qualcuno che vende ombrelli, ma nell’assurda esibizione dei giocatori biancorossi nessuno può trarre beneficio, ancora più incerto sarà il compito di chi “deve” trovare un main sponsor, meno giustificabili tutti i benefici delle amministrazioni pubbliche, cocente delusione per i fans e mini sponsor.
La squadra che analizzata elemento per elemento non è male, anzi non pochi dei virgulti del roster hanno potenzialità di primordine, i veterani che non sono molti, in passato qualcosa di buono hanno realizzato, ma il confronto con Verona ha evidenziato che il team manca di un leader nelle fasi di impostazione dei giochi di attacco, mentre è venuta meno l’intenzione realizzativa, i tiri, quelli da tre in particolare sono stati sempre dei tentativi, mai una convinzione: le conseguenze sono state nefande, Pecile ha firmato 4 punti ! Totalmente per Trieste i tiri realizzati da tre sono stati 3 su 15, quelli da due 12 su 35.
Il tutto a confronto con la formazione di Verona che qualcuno vuole chiamare corazzata ma che a disposizione del sempre agitato coach Crespi “vanta” come medie un 6 su 21 nel tiro da tre e un 20 su 36 nei tiri da breve distanza, mentre a rimbalzo è riuscita a catturare 37 palloni contro i 30 dei triestini.
Sabato l’orgoglio cestistico della città di San Giusto sarà a Mantova, una trasferta non facile ma che potrebbe migliorare il rendimento del team di coach Dalmasson se Parks capirà che una partita di basket è un gioco che fa vincere chi fa entrare la palla nel cerchio e non chi salta più in alto, se qualcuno dei play più classificati si prenderà la responsabilità di suggerire e propiziare, se i baldi Pipitone e Landi sfrutteranno i loro possenti mezzi fisici, se Zahariev capirà che la serie A2 Est non è la Spartachiade che un tempo si giocava tra le Università di Bulgaria.
Attila Frizzo