Chi ha avuto l’opportunità di assistere al duello Trieste – Brescia, comodamente seduto al Palarubini oppure in comoda poltrona Frau, si è resoconto che i rot-weiß-rot (rosso-bianco-rosso) di coach Dalmasson hanno per tutta una serie di incomprensibili errori, regalato la vittoria ai bresciani.
Giocando una buonissima difesa Zahariev e compagni sono riusciti a limitare il tiro pesante degli avversari nella misera percentuale di appena 5 su 22. Alla fine delle fatiche dei due primi periodi di gioco, Brescia aveva realizzato un minicestistico percento di 2 su 11 dai 6.75 metri.
Pur vantando maggiore presenza sotto le plance i giocatori di coach Diana hanno fatto loro un totale di 30 rimbalzi contro i 40 dei padroni di casa.
Si potrebbe arguire che visti i dati la vittoria sia andata ai padroni di casa, così non è stato per alcuni errori di incredibile peso: una schiacciata del “salta grillo che ti farò beato” Jordan Parks finita contro il ferro esterno anzichè nella retina del canestro. Errore esibizionistico avvenuto con quattro attaccanti e un solo bresciano a difendere !
Se l’errore di Parks si può capire ma non accettare l’errore di Dalmasson costituito dalla pretesa di assegnare per lunghissimi periodi, sicuramente troppi, il marcamento di Fernandez a Pecile, non ha attenuanti, come pretendere in una gara automobilistica che una Balilla a tre marce arrivi prima di una Bugatti. L’arma principale dell’argentino Fernandez è sicuramente la dinamicità e velocità, dunque . . .
Il gelo dei meno di 3000 spettatori presenti ha ricordato le temperature siberiane, tutti i presenti gioivano per il vantaggio conseguito a tre, diconsi tre, secondi dalla fine; forse il basket è bello anche per le emozioni che si creano a ripetizione, fatte salve le condizioni cardiologiche dei fans.
Nella mora di tempo che passerà prima della trasferta che vedrà il team di coach Dalmasson in Romagna a Ravenna, il presidente Mario Ghiacci continuerà a guardare il vasto serbatoio delle disponibilità di mercato, giuste le facilitazioni della Federazione italiana pallacanestro, per salvaguardarsi in caso di infortuni o altre indisponibilità. Si è parlato di Alvin Young, un giocatore di vissuta militanza dei campionati italiani, un cestista quarantenne, fermo da non poco.
Vero è che i quarantenni costano cifre sopportabili ma è altrettanto vero l’assioma che dice: poco si spende poco si gode. E’auspicabile che eventuali new entry abbiano, almeno potenzialmente, maggiore caratura.
Ad ogni modo anche a Ravenna non sarà facile ma nemmeno impossibile.
Attila Frizzo