Dopo la netta sconfitta a Corno e alla vigilia del Big match con Caorle non è il caso di dare voce ad un giocatore. Federico Bellina, il solo che meriterebbe di parlare, lo ha appena fatto. Per cui questa volta la voce è quella di Roberto Fazzi, assistente di coach Andriola e che per autorevolezza e curriculum è la figura più adatta a non rendere banale né formale o scontata questa difficile riflessione.
Dire che uno scivolone come quello di Corno ci sta forse è un poco auto-assolutorio, anche se dopo aver esaltato i ragazzi per l’incontro con l’Ardita dargli addosso sarebbe poco coerente.
“Mettiamo un po’ di ordine: siamo squadra neopromossa, siamo ai vertici della classifica, mancano ancora 4 giornate al termine del girone di andata, le statistiche dicono che siamo la seconda o terza difesa del camponato, comunque tra gli attacchi più produttivi: dopo di che in soli 7 giorni c’è stata una metamorfosi che nemmeno io ora mi so spiegare bene. Certo a Corno solo Bellina e Baccino hanno con chiarezza fatto il loro. Se aggiungiamo che Fabio, giocava la seconda partita dopo un mese di infermità per il problema al ginocchio e che Federico prima dell’inizio partita ha dovuto sottoporsi a una infiltrazione di antidolorifico alla spalla, dobbiamo dire che hanno fatto più del loro.
Comportamento encomiabile, serietà, professionalità, maturità, spirito di squadra e tanto altro ancora. Gli altri sono stati tutti, chi più chi meno e per diverse ragioni, abbondantemente sotto media. Due cose però vanno dette: non siamo più un oggetto misterioso, gli avversari ci conoscono, ci studiano, ci osservano, prendono le misure, studiano il modo per neutralizzare i nostri punti di forza, con il rientro di Tonetti ci siamo trovati di fronte ad un’altra Corno, molto più equilibrata al suo interno e non solo con un asso in più da giocare. Certo che fa riflettere che nella seconda metà di gioco abbiamo subito la metà dei canestri della prima metà, più logico l’inverso caso mai, e ancora più riflettere fa la povera realizzazione in attacco; una squadra come la nostra, singolarmente e nel collettivo, ha dimostrato che sa far girare la palla e i giochi in modo tale che tutti a modo loro possano fare canestro. Se e quando vogliono, e a me hanno insegnato e nella mia carriera ho imparato che se ti riesce una volta ti può riuscire sempre. A certi livelli ti deve riuscire”.
Quali possono essere i motivi che hanno impedito tutto ciò? Partiamo dal Fattore ex, in questo caso “Bum Bum” Vidani, Francesco Accardo e Alberto Ganis.
“Può essere. E’ molto probabile ci sia stato un sovraccarico di tensione emotiva che inducendo a strafare, di solito conduce ad un deficit di fare – replica Fazzi- Però lo escluderei per Ganis, talmente breve e lontana è stata la sua comparsa a Corno. Per gli altri due no, però non sono non possono essere questi i veri problemi”.
Allora cos’è che inibisce così chiaramente Federico?
“A Corno ci siamo comportati come con Ardita, è arrivato per il riscaldamento con forte anticipo sui compagni ed ha prodotto risultati persino migliori; in aggiunta all’aspetto della tensione emotiva e di un probabile appesantimento fisico, questioni già all’ordine del giorno e che stiamo affrontando, ci sono pure dati più oggettivi, forse poco e male evidenziati. Le statistiche ci dicono che “Fede” è ampiamente il giocatore del roster con il maggiore minutaggio di gioco in campo. Se a ciò si aggiunge l sua nota ed ammirevole intensità sia offensiva che difensiva, può pure essere che si tratti di uno stress da prestazione che “Bum Bum” come sempre non solo non denuncia lamentandosi ma anzi sublima con comportamenti che rasentano l’autolesionismo: è arrivato a Corno dopo un mese di influenza, raffreddore che oltre ad averlo indisposto ne ha pure compromesso l’allenamento. Abbiamo poi scoperto che un discorso analogo va esteso ad Alberto Ganis”.
Affrontiamo il nodo spinoso del play.
“Nel match con l’Ardita Gorizia, Riccardo Barazzutti ha ampiamente dimostrato che è in grado di farlo come ci serve e bene, in questa squadra ed in questo campionato. Due sono i problemi, direi: il primo è che “Rischi” deve dimostrare una costanza di prestazione che ancora non si è vista, il secondo è che la buona prestazione va assicurata con qualsiasi avversario ti stia di fronte. Faccio riferimento alla mia esperienza, può capitare, se e quando le cose non girano, dopo aver provato il tiro da fuori inutilmente una, due, tre .. volte. Ti arrendi all’evidenza e cambi impostazione, tenti la penetrazione, se anche quella non risponde, vai a cercare il fallo per provare i liberi, se – per il colmo della sfiga- pure lì ci sono problemi, lavori per i compagni più in giornata di te. Io la vedo così”.
E Claudio Munini? Vale la pena “sprecarlo” in un ruolo non suo, con risultati non esaltanti e allo stesso tempo perdere il suo enorme potenziale, da guardia?
“ Klaus in 7 partite su 10 ha dimostrato che in un ruolo non suo può giocare e ottimamente anche; non vedo proprio il problema, anche perché per 7 partite su 10 le cose hanno girato eccome, certo con i punti neri di Monfalcone e Corno, ma c’è ancora tempo, eppoi il ruolo di play non è così alternativo a quello di guardia né limitativo delle propensioni al tiro di “Klaus”. Certo il play deve fare il regista, non può perdere mai di vista il quadro generale ed i compagni che deve poter valorizzare al massimo. Però nel 60% di casi almeno decide pure se a tirare deve essere lui o un compagno.
Con che atteggiamento Tarcento si appresta ad ospitare, sabato prossimo, Caorle? “Comprensibilmente lunedì sera è servito ad un esame approfondito della situazione e ad una discussione vera sul match di Corno, senza drammatizzazioni ma pure senza equivoci o falsi buonismi. Una discussione approfondita e utile a mettere a punto le cose. Il resto della settimana andrà a lavorare sulle correzioni di ciò che non va. In attacco, ma anche in difesa: a Corno si sono palesati problemi in entrambi i versanti. Poi avvicnandoci a sabato, studieremo meglio gli avversari, che se sono a 14 punti a pari merito con noi vuol dire che non verranno a Tarcento con atteggiamento remissivo e rinunciatario “.