Il mondo delle minors regionali è stato scosso, nei giorni scorsi, da una notizia che improvvisamente ha iniziato a circolare sul web: Alberto Andriola dalla C Gold di Tarcento alla Serie A di Cantù. Messaggi, chiamate, “post” sulla pagina Facebook del coach della Fluid System in un attimo hanno iniziato a piovere come gocce di un temporale autunnale: dopo aver portato in alto la formazione biancoverde, quindi, è arrivata l’occasione della vita per coach Andriola?
Ce lo ha spiegato lo stesso allenatore di Tarcento che, a seguito di uno scherzo magistralmente orchestrato dai suoi giocatori, è stato associato alla panchina di Cantù per una giornata intera. Un colloquio fra il serio ed il faceto con il coach friulano, persona di grande carattere e profondità sia sul parquet che fuori dal campo.
State vivendo un momento “magico” con la Fluid System Tarcento: qual è veramente il segreto di questa matricola che è attualmente al primo posto in C Gold?
“Nessun segreto e nemmeno la solita banalità ”lavoro lavoro lavoro”. La realtà è che questa squadra era stata costruita all’inizio della scorsa stagione pensando che dovesse essere competitiva anche la stagione successiva. Ricominciare su un modulo di gioco consolidato e produttivo e da una serie di successi copiosi sta dando i frutti sperati e programmati. Certo, cerchiamo di lavorare al meglio anche se, purtroppo, per vari problemi personali di lavoro riusciamo scarsamente ad essere in dieci, tanto che varie volte abbiamo ospitato giocatori che avevano la necessita’ di tenersi allenati, vedi Massimo Moretti (appena tesserato in C Gold con la Falconstar Monfalcone, ndr)”.
Per un goliardico scherzo magistralmente orchestrato dai tuoi giocatori saresti… finito a Cantù: sensazioni e dichiarazioni dopo questo passaggio di categoria momentaneo?
“Ecco, la goliardia: la forza di un gruppo così coeso fuori dal campo è un altro fattore determinante. Ripeto spesso ai ragazzi che, ahimè, in tanti anni non ho mai allenato una squadra cosi tatticamente indisciplinata, ma altrettanto devo dire della straordinaria positività di rapporti interni tra compagni e con lo staff. Il mio compito è solo di riuscire a trasferire, cosa per nulla scontata, questa saldezza di gruppo in uno spirito di squadra che superi insieme ogni difficoltà in campo: Mestre ha dato una risposta spettacolare da questo punto di vista (vittoria 57-58 dopo un tempo supplementare per i biancoverdi, ndr).
Poi, sullo scherzo, devo dire che dopo che nella settimana precedente aveva fatto passare il nostro under Sbicego come neopapà di una splendida bimba ( “bella come i miei movimenti in post basso” ha poi avuto il coraggio di postare lui stesso) la mente beffarda di Francesco Accardo ha avuto la malsana idea di inventarsi questo passaggio sulla panchina di un caro amico come Fabio Corbani: evidentemente il buon “Acca” ha molto tempo libero, stante l’assenza prolungata della sua fidanzata in Cina! Perfido, oltre che beffardo, lui e i suoi degni compari Bellina e Baccino: ovviamente, sono stato al gioco proprio perchè non si vive di solo lavoro e, fuori dal campo, Andriola è “uno di loro”.
Parliamo proprio di quest’ipotetica “scalata” in Serie A: domanda a bruciapelo… avresti accettato?
“No, la mia scelta l’ho fatta all’inizio della mia avventura nel basket. La mia vita è quella di insegnante e tale resterà sempre, la pallacanestro è una passione trasformata in dopolavoro. Ma, soprattutto, i miei quattro figli universitari meritano un padre che rimanga al loro fianco senza voli pindarici. Poi un pensierino lo farò, se ne avrò ancora voglia, se e quando prenderò la pensione”.
Basket e Social Media: secondo te, quanto siamo influenzati da quest’aspetto, nel mondo della palla a spicchi e in quello dell’informazione in generale?
“Questo è un aspetto che preoccupa: pensare che una frase come quella che hanno postato i miei ragazzi venga presa per vera, fa capire che impatto possano avere anche altre situazioni costruite artatamente. Quindi credo che, allo stesso modo in cui mi augurerei una decrescita felice, bisognerebbe avere la capacità di svincolarci dal mondo virtuale, o quanto meno verificarlo nella sua autenticità. Quante amicizie vere mi sono costruito, stando ore al telefono a tradurre su carta schemi degli altri e chiacchierando anche della nostra vita personale con molti colleghi allenatori; ora è sufficiente una foto mandata tramite WhatsApp e spesso non sai nemmeno chi te l’ha inviata, un altro banale esempio”.
Siamo in periodo natalizio e ovviamente non può mancare un messaggio al mondo della pallacanestro da parte di coach Alberto Andriola: a te!
“Certo al mondo del basket, ma a tutti in generale, mi sento di augurare un Natale vero.
Un Natale pieno di valore, non di regali. Un Natale in cui il senso compiuto sia accoglienza, fratellanza, tolleranza e rispetto. Un Natale in cui lo sguardo in tutti sia rivolto all’ altro. Insomma a tutti un BUON NATALE”.
Non sarà andato veramente a Cantù, ma il “personaggio” Andriola è da Serie A: Tarcento fa bene a tenerselo stretto.