Il “caso” La Torre: Biella risponde a Riccardo Sbezzi

La società chiarisce la propria posizione in merito ad alcune notizie riportate dagli organi di informazione.

Andrea La Torre, al centro di un caso recente.

In merito alle recenti notizie riportate dagli organi di informazione, Angelico Pallacanestro Biella precisa che non era nelle intenzioni della Società sminuire l’operato del Sig. Riccardo Sbezzi, il cui rapporto di estrema collaborazione è legato a solide radici ventennali. Il Club intende sottolineare quanto le parole espresse dal Presidente Massimo Angelico e dai dirigenti presenti in conferenza stampa nella giornata di ieri siano indirizzate con tono costruttivo verso un unico orientamento, ossia quello di anteporre a prescindere il bene dell’atleta, sia in ambito sportivo che nella sfera privata. I pensieri formulati in conferenza stampa in riferimento ad Andrea La Torre hanno come unico scopo quello di proteggere il ragazzo, la cui giovane età, il talento cristallino e l’indiscutibile impegno agonistico in questo momento necessiterebbero, a detta del Club, di un palcoscenico sportivo meno pretenzioso e più adatto alla sua valorizzazione. Con orgoglio, il Club ricorda quanto alcune delle tante scelte promosse da Pallacanestro Biella in ambito giovanile nel suo passato abbiamo contribuito a maturare all’interno del panorama cestistico nazionale atleti oggi protagonisti nelle massime competizioni. Tali scelte sono a testimoniare il buon senso delle recenti parole rilasciate dal Presidente Massimo Angelico, dall’Amministratore Delegato Gianni D’Adamo e dal General Manager Marco Sambugaro.

In aggiunta, coach Michele Carrea, capo allenatore di Pallacanestro Biella, chiarisce: “Poche personali precisazioni, non entrerò nel merito tecnico lo troverei avvilente per me e per la mia categoria. Sugli aspetti di contorno tre riflessioni. Il Sig. Sbezzi reclama un ruolo nel mio trasferimento in questo glorioso Club, sfrutto questo canale per ringraziarlo ma la mia riconoscenza si ferma a un’idea morale, non è parte del mio modo di intendere la professione sportiva la filosofia dello scambio di favori. Esiste una sfera che attiene alla tecnica dove gli argomenti sono merito e prestazione, questa sfera è di esclusiva pertinenza del coach e gioca un ruolo fondamentale nel delineare le gerarchie di una stagione. L’idea secondo cui parla chi vince è per me un’idea di mediocrità, io preferisco ascoltare chi ha qualcosa da dire magari di sensato”.