Jean Pierre Siutat, presidente della Federazione Pallacanestro Francese e membro del Central Board FIBA, ha dato il suo pieno appoggio alla Champions League: parlando a L’Equipe, ha sottolineato che l’accordo tra FIBA e campionati europei propizierà la crescita della pallacanestro in tutto il continente.
“Difendo un progetto che sostiene i corretti valori sportivi e mira a far crescere la pallacanestro francese; noi non siamo i cattivi, se l’Eurolega vuole rimanere “chiusa” non c’è alcun problema.
Vogliamo costruire il “basket europeo”, non dividerlo: che succederà se accettiamo di seguire Jordi Bertomeu (Presidente, Chairman e CEO di Euroleague Basketball)? E se scegliesse di cambiare le regole del gioco o le dimensioni del campo? E se volesse giocare le partite di Eurolega nel fine settimana?
Non possiamo permetterci di essere tenuti in ostaggio dall’Eurolega; c’è una logica in quello che FIBA sta facendo nella transizione verso questa nuova era, e non c’è posto per tutti”.
Secondo Siutat, il fatto poi che l’Eurolega abbia offerto ai club la possibilità di scegliere di partecipare all’Eurocup per un certo numero di stagioni farà male alla pallacanestro.
“Oggi, l’Eurolega sta proponendo alle squadre europee una licenza di tre anni in Eurocup a prescindere dalle classifiche finali nei rispettivi campionati. Non c’è più un criterio sportivo, come faranno i vari club a rimanere ambiziosi ed affamati di vittoria, senza un rendimento minimo?
Immaginate se avessimo dato i diritti a Parigi (arrivata ai quarti di finale di Eurocup dello scorso anno, ma attualmente sedicesima nella Pro A francese), Limoges (partecipante all’Eurolega, attualmente decima) o Nancy (partecipante all’Eurolega, attualmente quindicesima).
Che cosa potremmo dire agli altri, oggi? L’avvio di questo sistema indebolirà e svuoterà il significato dei vari campionati, che sono i cardini per la crescita e lo sviluppo dei nostri giovani e, in proiezione, delle nostre squadre nazionali.
Il progetto dell’Eurolega è rispettabile, ma è guidato e motivato solamente dagli affari e dal denaro: lo sviluppo e la crescita dei giovani non è al centro dei loro problemi. Il nostro obiettivo, invece, è far crescere un “nuovo ecosistema” che possa adattarsi al futuro”.