Follia collettiva. E’ questo il moto generato dalla Pallacanestro Trieste 2004 nella post season, una marea che non smette di crescere da qualche anno. 500 (!!) chilometri di giovedì non sembrano nemmeno scalfire la passione dei tifosi biancorossi in vista della decisiva partita della serie: due pullman già pieni, altre macchine al seguito, presumibile immaginarsi una Casale Monferrato feudo giuliano (almeno nei decibel).
La battaglia non si circoscrive al rettangolo parchettato; come da costume italico (sinceramente ne faremmo a meno), le società stanno duellando a colpi di “vittimismi”. Tortona in un comunicato piuttosto maldestro rivendica il trattamento persecutorio sui social a danno di Andrea Iannilli e enfatizza l’alterco Ghiacci-Cavina, Trieste porta la documentazione sul fallaccio del lungo di Cavina e su altre situazioni equivoche di marca ospite non viste dagli arbitri. Insomma siamo a gara 5 a tutti gli effetti, una sfida dentro e fuori campo che eleva la temperatura in attesa del verdetto del campo.
Jordan Parks: gli esami escludono fratture ma la situazione neurologica è necessitante di controlli approfonditi. La sensazione, anche suffragata da un post pubblicato dallo stesso giocatore ieri sera, è che l’ala di Dalmasson venderà l’anima al diavolo per essere in campo. Pochi riscontri invece sulle condizioni di Lorenzo Baldasso, uscito malconcio (scavigliata) da gara 4 e De’Mon Brooks, anch’esso con una caviglia sofferente. Anche qui puzza molto di pretattica (vedi gara 2), per le risposte esaustive guardare tutti gli effettivi alla palla a due di giovedì sera.
Sul piano tattico è presumibile veder sfruttata maggiormente la “zona” da coach Cavina, arma lasciata silente nella quarta sfida della serie, ma letale per espugnare il Palatrieste. Per l’Alma, come sempre decisivo l’apporto di giocatori come Nelson, Prandin e Pecile, uomini che possono togliere punti di riferimento agli avversari.
Saranno quasi 48 ore di passione, una straordinaria ansia sportiva…
Raffaele Baldini (www.cinquealto.com)
