Trieste perderà il suo talento più fulgido?

C’è un giovane a Trieste che più degli altri porta le stimmate del giocatore di talento: Nicolò Dellosto, classe 2000, della Servolana Trieste.

A differenza di tanti altri, gli elementi su cui si fonda il principio di esclusività del cestista superiore alla media, non sono effimeri giochi mediatici o “spinte” di terze persone, ma gradi conquistati sui 28 metri di parquet. Su di lui ci sono gli occhi delle più importanti società di serie A, da Reggio Emilia a Bologna, passando per Trento, ed è molto probabile che il futuro del ragazzo sia d’ “esportazione”.

Voi direte: possibile che nessuno, a Trieste, se ne sia accorto e che nessuno abbia giocato d’anticipo?

Certo che se ne sono accorti…anche in tanti, adoperando i peggiori metodi di relazione. Si è partiti con un ostracismo verso il soggetto (architettato ad arte ndr.), a mezzo stampa anche, come ritorsione a educate negazioni; negazioni peraltro figlie di ricatti e pressioni. Non bastasse, dopo un periodo di relativa calma, si è poi tornati ad affrontare l’argomento, sbandierando il penoso diktat “il ragazzo DEVE venire a giocare da noi” (con una lettera datata che imbarazza solo a leggerla).

Purtroppo in città si continuano a registrare forme di trattazione e soggetti trattanti di bassissimo livello, un chiassoso mercato per cui alza di più la voce pensa di averla vinta. Di una cosa ne sono certo: la Servolana Trieste, per storia e soggetti incidenti (vedi addetti ai lavori ndr.), non è parte collusa di questa mercificazione pro domo. Peraltro anche il Presidente della Pallacanestro Trieste 2004 Giovanni Marzini non ha nascosto la volontà, nella qualifica di mediatore, di discutere a tavolino la questione prima che sia troppo tardi. Possibilità di felice compimento? Forse il 5%, causa contratti in essere da rispettare per forza di cose, ostracismo latente di alcune figure incidenti, tempi ristretti.

Nel 5% risiede la proposta che verrà fatta dalla prima società locale verso un ridisegno dell’organigramma societario giovanile, con volontà reali sinergiche delle società locali, figure tecniche scelte di comune accordo, nessuna volontà di prevaricazione. Qualora non andasse a buon fine l’ultimo disperato tentativo, il ragazzo probabilmente sceglierà la via battuta in anni passati da altri talenti locali, per una sconfitta morale di tanti e soprattutto una stagnazione dell’attuale ridicola situazione in ambito giovanile frammentata per egoismi di parte.

 

Raffaele Baldini (www.cinquealto.com)