Dalla Repubblica una denuncia con lettera aperta di Francesca Piredda Serra, della serie che sport e ultras non potranno mai convivere serenamente:
“Sono stata alla partita dell’Olimpia contro Reggio Emilia con mio marito, i miei figli e altri amici con bambini. Andiamo spesso alle partite, nostro figlio di 9 anni gioca a basket ed è entusiasta di partecipare a partite e iniziative come quella della scuola di tifo e del tifo pulito, per insegnare ai bambini una visione dello sport autentica e improntata al rispetto. Mi sono trovata per una volta dal lato sbagliato e siamo finiti in mezzo agli ultras. Abbiamo dovuto subire urla, bestemmie e insulti da parte di un individuo armato di megafono secondo il quale avevamo la colpa di non stare abbastanza in piedi e non fare gesti volgari agli avversari. I nostri figli piangevano e dicevano di non riuscire a tifare la propria squadra in quel modo. Come biasimarli? Oltretutto si vedeva poco e niente della partita. Siamo stati costretti a lasciare i nostri posti e a dirigerci dall’altra parte del palazzetto. Mi chiedo: ho raccontato stupidaggini ai miei figli dicendo che l’ambiente del basket è più pulito del calcio? La società fa qualcosa? Perché nessuno va in curva a riportare l’ordine?”