Cleveland a casa propria vuole immediatamente squilibrare i rapporti di forza, con tanta fisicità in chiave difensiva e distribuzione equilibrata negli attacchi; Golden State ha il merito di non far scappare gli avversari con giocate importanti di Thompson e soprattutto di Harrison Barnes. Il rientro di Kevin Love è salutato come un touchdown dei Browns, e il ragazzone non tarda a mettersi al lavoro on area pitturata. Ad ogni folata dai Cavs corrisponde una azione uguale e contraria degli Warriors, grazie alla vena ritrovata da oltre l’arco di Curry. Con il figlio di Dell marcato alla grande, Golden State è molto scaltra a sfruttare il “rollante” sui pick’n roll, il match viaggia sul filo dell’equilibrio mantenendosi molto fisico. Problema alla mano destra per Kyrie Irving, tegola non da poco per un giocatore di basket, e anche incidente. Squadre all’intervallo sul 55-50.
Tanta solidità nella prestazione di LeBron James, meno effetti speciali come in gara 3 (la schiacciata ad altezze impensabili viene rimandata in tutte le salse), mentre dalla parte opposta Steph Curry ricorda molto bene a tutta l’arena perchè è l’MVP stagionale. Anche il “fratellino splash” Klay Thompson castiga con regolarità da tre punti, partita che si lascia guardare per qualità nelle esecuzioni. Una tripla di Curry riporta avanti gli ospiti sul 69-72; pochi cambi da parte dei due coaches per le battute decisive della sfida, è chiaro che tutto è nelle mani dei top-player. LeBron James non stacca un secondo il piede dall’acceleratore dell’aggressività, ma c’è in maglia blu ci sono Iguodala e Livingstone ritrovati. Allungo Warriors a metà ultima frazione (+9), viatico a quella che sarà una passerella finale. Finisce 108-97, adesso Curry e soci vedono materializzarsi il cesto dorato e l’anello, Cleveland vede mortificati i sogni di ribaltare la serie, e per LeBron un altro anno senza “tituli”.