Le scelte di Messina e il ritiro del grande “Duda” di Raffaele Baldini

Dusan Ivkovic, leggendario "santone" serbo.

Le scelte di Ettore Messina per il preolimpico

Entrare nella testa di coach Ettore Messina sarebbe uno slancio di presunzione. Quello che posso fare è interpretare l’idea per cui l’allenatore ha preferito alcuni giocatori rispetto ad altri, in barba a previsioni della vigilia. Si può dire con discreta convinzione che è stata “bocciata” la tipologia di registi…da finale: non è stato tenuto in considerazione De Nicolao, tagliato Cinciarini (pesa molto la condizione fisica, a mio modesto parere), a sorpresa l’esclusione dell’estroso Della Valle. Si, a Messina serve “gente che passi la palla rapidamente”, meno palleggiatori abili a trovarsi canestri impossibili, ma a rischio deragliamento. Amedeo Della Valle può farti vincere una partita da solo, ma meno a vincerla coinvolgendo tutti. A quel punto l’ortodossa (e “da spogliatoio”) versione di Peppe Poeta, a cui affiancare un muscolare playmaker atipico come Hackett. Ha stupito anche la scelta di Stefano Tonut rispetto ad Abass, forse più pronto del triestino; potrebbe trattarsi di un’operazione bilanciata, per avere gerarchie note nel gruppo, e per avere ordine tattico. Quello che è certo è che la versione ultima della Nazionale, e parlo soprattutto dell’uscita bolognese, necessita di un Alessandro Gentile meno “milanese” all’interno dei 28 metri di parquet, di un Melli meno “italiano” a far blocchi senza guardare il canestro, e in generale di una maggior rapidità d’esecuzione. Poco male, insisto sull’idea che tutte le variabili gravanti su una mini competizione come quella del Preolimpico (a luglio!), non possono essere banalmente risolte sulla carta preventivamente; una vittoria convincente, o una sconfitta all’ultimo secondo possono ribaltare i rapporto di forza, un’ispirazione piemontese o l’ombra imponente della Mole possono dare una versione azzurra brillante o sbiadita. Ci siamo, non c’è troppo da aspettare, giusto viaggiare con il pensiero forte di Rio, l’Italia ha già sprecato troppe occasioni per permettersi di fare “catenaccio”.

Il sergente “Duda” esce di scena, giù il cappello!

Uno dei sergenti di ferro di quella generazione tosta, balcanica, orgogliosamente legata alle proprie radici cestistiche: Dusan Ivkovic, a 72 anni, ha deciso di ritirarsi dalle scene. Nelle sue parole di commiato tutta la sapienza di un vincente: “Essere un allenatore significa prendere ogni giorno decisioni importanti e spesso molto difficili. La mia decisione di oggi è quella di smettere, una decisione che reputo logica, razionale e altrettanto difficile come molte altre nella mia carriera”. Nel suo curriculum due Euroleghe con l’Olympiacos (1997, 2012), tre volte campione dell’Eurobasket con la Jugoslavia (1989 1991 1995), un campionato del mondo nel 1990 e una medaglia d’argento olimpica, sempre con la Jugoslavia (1998). Quel suo sguardo severo, l’atteggiamento di un duro che quando abbozza un sorriso…è un ghigno; ma nei suoi successi c’è tutta la bontà di un timoniere che ha saputo comunicare, con giocatori diversi e in epoche diverse, nell’elite dei numero uno mondiali.

Grazie “Duda”!

 

Raffaele Baldini (www.cinquealto.com)