Fonte: Libero a cura di Leonardo Iannacci
L’Italia è pronta. Da domani sarà inferno preolimpico, con ambizioni chiare e difficoltà altrettanto note:
«Ogni avversario va rispettato. Guardate l’Islanda del calcio. I croati, per esempio, sono grandi e talentuosi. E occhio al Messico: hanno due o tre elementi dai quali guardarci».
Futuro sempre con la Nazionale?
«Non lo escludo. Stiamo parlando con San Antonio, è quello il mio club».
Scelte
«Il basket è molto legato al fattore fisico: nella Virtus amavo giocare con Rigaudeau, un play alto più di 2 metri».
Richieste
«Difesa, contropiede e, in attacco, un passaggio in più e un palleggio in meno». O
Brivido all’esordio…
«Le rispondo con un aneddoto: nella mia Virtus che vinse tutto a fine Anni 90 giocava Danilovic, un robot dei canestri. Un giorno, prima di una partita di finale, gli chiesi: non hai mai paura? E Sasha: ho sempre paura, ma sono un fenomeno a non farlo vedere».