Un altro super-derby in questi quarti di finale olimpici: la cultura cestistica balcanica si declina in una sfida fra due formazioni pronte a giocarsi il tutto per tutto nell’intento di raggiungere la semifinale contro l’Australia. La Serbia parte favorita, mentre la Croazia ha già compiuto una bella impresa qualificandosi all’ultimo momento utile.
Il 4-3 per la Croazia a 6.40 dal termine del primo quarto è pregno di tensione, paura e tanto nervosismo. Il punteggio resta molto basso e si vedono facce “nuove” sul rettangolo di gioco: Babic, Bilan e Macvan, che non avevano versato molte gocce di sudore nelle precedenti partite. Un segnale chiaro dell’esistenza di una battaglia parallela che si gioca sul piano strettamente tattico, fra Djordjevic e Petrovic naturalmente, e interessante tanto quanto quella “reale” fra i due quintetti. Il tabellone dopo i primi dieci minuti segna 20-19 per i serbi, ma l’impressione è che ci si trovi appena all'”aperitivo” del vero confronto cestistico.
Gara non bella esteticamente ma intensa e molto equilibrata: a metà frazione la Croazia è avanti sul 25-24 ma non c’è ancora una direzione chiara nei rispettivi attacchi, che spesso si sono fatti ingolosire da qualche tiro fuori ritmo. Soffrono – perché non coinvolti a dovere – i vari Raduljica e Saric, e il solo Bojan Bodganovic riesce a ritagliarsi qualche efficace sortita individuale. Forse è proprio l’apparente isteria nei cambi che rende più difficoltoso creare un’alchimia di squadra duratura, ma ciò nonostante la Croazia trova per prima il bandolo della matassa, terminando un passo avanti all’avversario sul 38 a 32 che manda tutti al riposo.
Gli uomini di Petrovic regalano qualche minuto di completa amnesia – condita da ingenuità ed errori grossolani – e i serbi ne profittano per piazzare un parziale di 11-2 che li riporta a +3 (43-40). Primo cenno di nervosismo (ce lo saremmo aspettati anche prima, a dire il vero) e gli arbitri comminano un antisportivo a Saric, giustamente furente per il mancato supporto dei compagni: l’obbiettivo croato – per ora – è quello di non crollare sotto la doppia cifra di svantaggio. Sul 58-46 Petrovic è costretto al timeout spezza-inerzia ed è cosciente che il gioco di Teodosic e compagni si fa sempre più fluido e produttivo. A soli dieci minuti dalla sirena finale, la Serbia conduce dunque per 66-52 (34-13 di parziale, complice un infermabile Bogdan Bodganovic).
Scintille fra Bojan Bogdanovic e Kalinic, che vengono “pizzicati” e puniti con un doppio fallo nella pausa prima dell’inizio del quarto periodo. Ancora sotto di 14 lunghezze, i croati devono scrollarsi di dosso la dipendenza dalle iniziative di Bogdanovic e cominciare a far girare la palla per mettere in ritmo anche le altre bocche da fuoco: a 5.53 il divario viene rintuzzato a -8 e molti titolari giocano sul filo del rasoio avendo già commesso 4 personali. La Serbia restituisce il favore distraendosi e disunendosi: Simon suona la carica e Hezonja spara la sassata del -3 (74-71) a 4.30, ma Djordjevic tiene lo stesso in panchina Teodosic e Raduljica. A 2.14 Teodosic ha la palla in mano e può gestire il +1 (76-75): palla argentea per Raduljica che scrive +3 sul tabellone. La Croazia ammannisce due “disastri” offensivi e affonda a -4 con 27 secondi sul cronometro: inizia una lunga serie di falli sistematici, che non premia gli inseguitori.
Serbia in semifinale contro l’Australia battendo la Croazia per 86-83.
CROAZIA – SERBIA 83 – 86
Croazia: Babic 4, Kruslin ne, Stipcevic ne, Simon 8, Hezonja 16, Saric 7, Ukic 4, Planinic 6, Bilan 10, Sakic ne, Arapovic ne, Bogdanovic Bojan 28. All. Petrovic
Serbia: Teodosic 9, Simonovic, Bogdanovic Bogdan 18, Markovic 12, Kalinic 6, Nedovic, Bircevic ne, Raduljica 12, Jozic 12, Stimac, Jovic 9, Macvan 8. All. Djordjevic
Parziali: 19-20; 38-32; 52-66
Rajone