Fonte: basketballpost.net
Danilo Gallinari, ormai soggetto capace non solo cestisticamente ma anche mediaticamente di attrarre attenzioni, parla a ruota libera su diversi argomenti.
OBIETTIVI – L’obiettivo di squadra sono i Playoffs perché quest’anno recupereremo qualche giocatore importante che l’anno scorso è stato infortunato. Abbiamo tutte le carte in regola per fare bene e per arrivare sicuramente al postseason. L’obiettivo personale è quello di ripetere o migliorare quella che è stata, individualmente, la stagione dell’anno scorso.
SEGUIRE IL MODELLO WARRIORS È PERICOLOSO – Non bisogna seguire il modello Warriors, perché solo loro hanno i giocatori per fare quel che fanno sui parquet. Noi siamo più da gioco a metà campo con meno transizione. Ogni squadra deve presentare un certo tipo di pallacanestro a seconda degli atleti che ha. Imporre un modello fisso di gioco non serve a niente.
LA DELUSIONE DEL PRE-OLIMPICO – Al PreOlimpico sono mancate tante cose, perché quando si perdono partite del genere c’è più di un aspetto che non è andato. Il dispiacere è stato molto grande perché eravamo in casa, in Nazionale non ho mai giocato davanti a 15.000 persone ed è stato veramente incredibile. Peccato, sia perché non siamo riusciti ad andare alle Olimpiadi e anche perché c’era una grande atmosfera. Nel momento clou sono mancate diverse cose. Quando si vince e si perde bisogna stare tutti assieme e tutti devono prendersi le proprie responsabilità, partendo chiaramente da me. Una delusione così, dal punto di vista sportivo, nella mia vita non l’ho mai avuta e ci ho messo molto a digerirla. Sono stato 3-4 giorni senza dormire e non è stato facile. Fortunatamente la vita, nel mio caso, regala sempre nuove sfide. Alle prossime Olimpiadi avrò 32 anni: speriamo di andarci.
PORTARE IL SALARY CAP IN ITALIA? – Cosa porterei dell’organizzazione NBA in Italia? Pensando alle regole mi vengono in mente il salary cap e il funzionamento del contratto dei giocatori: è un malloppo molto lungo pieno di regole. Tornando al salary cap, dico che portarlo qui in Italia sarebbe un po’ difficile perché non si può imporre il budget di Milano a, non so, Avellino.
IL RITORNO A MILANO – Lo dico sempre: se dovessi tornare in italia, lo farei solo all’Olimpia. Se torno non lo faccio per portare a casa lo stipendio, ma per essere protagonista con un ruolo importante nella squadra. Non mi piace l’idea di un ritorno nostalgico. Vedremo.
BARGNANI E GENTILE – E’ il momento giusto per lui per tornare in Europa, giocare da protagonista e vestire la maglia di una società importante che prova a vincere in Spagna e in Eurolega. Ha fatto la scelta corretta e gli auguro un grande in bocca al lupo, così come ad Ale: è il capitano della squadra per cui tifo e deve fare bene, se no ogni tanto il messaggino glielo mandiamo. So come sono andate le cose e Houston, purtroppo, non ha aiutato Alessandro nel suo percorso, mi fermo qui. Lui avrebbe voluto provare e mi spiace che non ci sia riuscito, ma per un giocatore come lui le porte sono ancora aperte. Gli auguro il meglio per questa stagione con Milano e anche un’esperienza di là.