Nel 2003 “Sua Arietà” Michael Jordan regalò una splendida intervista a John Thompson, anch’egli Hall of Famer (come allenatore) e due volte campione del mondo con i Boston Celtics (1965 e 1966).
Circa al settimo minuto del video che posteremo più sotto, Thompson gli rivolge una domanda decisiva:
Thompson: “Molti bambini ti imitano, ripetono molte tue giocate…cose che non hanno mai visto fare prima. Ti sei mai allenato a farle? Hai mai allenato la creatività, la fantasia nel modo di giocare o qualche particolare tipo di tiro?”
Jordan: “No, mai. Certo, quando sei piccolo fai il conteggio 5-4-3-2-1 immaginando di segnare il canestro della vittoria, ma parlando di creatività…semplicemente tu leggi una situazione, magari reagisci a ciò che la difesa ti suggerisce di fare, ma lo farai una volta, non di più. […] Io ho solo “esteso” ciò che Elgin Baylor, Doctor J o altri già facevano in passato: loro hanno inventato alcune giocate e io sono cresciuto guardandole. Non ho fatto altro che rimodellare questo materiale grazie al mio talento.”
Con grande umiltà dunque, il più grande giocatore di tutti i tempi ammette di aver rubato con gli occhi alcuni segreti dalle altre divinità dell’Olimpo del basket e – nel contempo – se ne può trarre un consiglio molto utile ai giovani amanti della pallacanestro: è vero, la fantasia non si “allena”. Ma guardare e riguardare (proprio come fece Kobe con MJ) le movenze dei grandi campioni può sviluppare quella facoltà di lettura-delle-situazioni figlia di ciò che poi chiameremo più genericamente, creatività.