Fonte: Gazzetta dello Sport
Carlo Recalcati, uomo a tutto tondo della nostra pallacanestro, commenta le ultime vicende attorno al movimento:
«La palestra mi è mancata ma nella vita ho il pregio e il difetto di metabolizzare in fretta sia le gioie che le delusioni. Mi è dispiaciuto lasciare Venezia e pazienza se la Rever non mi ha invitato per festeggiare il decennio di presidenza Brugnaro, ci sarei andato volentieri. Invece per gli 80 anni di Cantù sono stato chiamato sul palco».
Il livello in Italia
«Negli anni da et. azzurro cercai di sollecitare interventi per difendere i giocatori italiani chiedendo incentivi per la serie A e il sistema degli under nelle serie inferiori. Lanciai il monito che il serbatoio interno era in riserva, non è stato fatto nulla e adesso ci ritroviamo con la Nazionale, i club e i nostri migliori giocatori che non sono di primo livello. Mi sono preso da diversi del menagramo, ma i fatti mi hanno dato ragione. La situazione è difficile».
Prossimo Presidente FIP?
«Non ho questa ambizione. Il ruolo di presidente federale mi venne offerto anni fa quando Petrucci era capo del Coni. Rifiutai perché preferivo sedermi su una panchina piuttosto che su una poltrona e lo stesso pensiero vale anche per oggi. Inoltre l’autonomia di un dirigente, per quanto in alto sia, è limitata dallo statuto. Andrebbe cambiato tutto il sistema».