L’Eurolega dalle spalle larghe di Walter Fuochi

Sedici club di rilucente prestigio, e soprattutto di spalle larghe, buone a reggere le pressioni della politica durante la fratricida Guerra delle due coppe combattuta in estate, avvieranno a breve l’Eurolega piu’ selettiva di sempre, per amore o per forza. La novita’ piu’ vistosa e’ che si giochera’ con una formula da campionato (europeo) piu’ che da vecchia coppa (dei campioni): trenta partite di girone unico, ad andata e ritorno, per issare le prime otto ai playoff, e di qui alla Final Four di Istanbul. Se non sono gia’ prove di scudetto europeo, molto le somigliano, e del resto non e’ tanto segreto il progetto della superlega di occupare prima possibile le date del weekend e lasciare ai campionati nazionali, o a quel poco che ne restera’, le inospitali serate di mezza settimana. Si aspetta ora ovviamente una risposta della Fiba, la federazione che su tutto il basket vuole tornare a regnare. La Guerra delle due coppe e’ tutt’altro che conclusa.

Tutto cio’ sorvola ormai l’Italia del bel basket che fu. L’Eurolega avra’ fra le sue sedici big una sola squadra nostrana iscritta, l’Olimpia Milano, con mire di entrare nelle prime otto e per ora nessun sogno di vincere, anche dopo aver attrezzato un’armata da 15-giocatori-giocatori che, nel giardino sotto casa, svilira’ il torneo tricolore a lotta per il secondo posto. Nessun’altra concorrente italiana sara’ ai blocchi di partenza, denunciando la poverta’ del movimento, ma anche la scelta di campo fatta in estate di fare parte del mondo Fiba, e non di quello Eurolega (il “pubblico” contro il “privato”, alla grossa), necessitata ai tempi da priorita’ poi malamente fallite. Il basket italiano scelse le coppette rimesse in piedi in fretta e furia dalla Fiba, lasciando libero arbitrio solo al “signor Armani”, detentore di regolare contratto con l’Eurolega, perche’ incalzava la ragion di stato: si doveva cioe’ compiacere il governo internazionale per andare ai Giochi di Rio ed ottenere quelli di Roma. Non siamo andati a Rio, non andremo a Roma e giocheremo le coppe di latta. Un miglior bingo alla rovescia era difficile farlo.