Un argomento caldo, molto caldo: NBA e scommesse. Per molto tempo il problema sembrava non esistere o perlomeno sembrava non avere la portata di alcuni scandali legati al calcio italiano, per fare un esempio a noi noto.
Nel 2007, però, un’investigazione porta alla luce uno scheletro piuttosto scomodo: Tim Donaghy, un arbitro NBA, si dichiara colpevole e viene condannato per reati strettamente legati al gioco d’azzardo.
David Stern, Commissioner della Lega nel 2007, ora si esprime così (via Markazi, Twitter):
“Credere che le scommesse portino a conseguenze negative è un pensiero desueto. Non si evochino i “demoni” delle scommesse quando si parla di sport. Il nostro settore sta accettando il fatto che un’associazione ad hoc potrebbe proteggere gli sport da tali conseguenze.”
Anche Adam Silver, Commissioner in carica, è parso disponibile a sedersi al tavolo delle trattative, sebbene non sia semplice fugare alcuni dubbi: possiamo far finta di dimenticare i gravi problemi di dipendenza dal gioco d’azzardo di Michael Jordan (ovvero la rappresentazione stessa del basket NBA per moltissimi anni, a livello mondiale)? Possiamo davvero escludere categoricamente che la malavita possa trovare le scorciatoie giuste per aggirare questi fantomatici organi di controllo? Si ritiene davvero necessario cambiare questa Lega che – proprio ora – ha aumentato i suoi profitti beneficiando dei nuovi contratti televisivi e che continua ad espandere il numero dei suoi appassionati attraverso il globo?
Auri sacra fames (“o esecranda fame dell’oro”), scriveva Virgilio.