Fonte: Enrico Schiavina per il Corriere di Bologna
Dante Anconetani e il suo derby particolare, forse più amaro del solito.
Ecco le sue parole: Dovrò sforzarmi di non trasmettere alla squadra il mio stato d’animo. Per loro è una normale prima di campionato, per me è un derby personale. Non posso farci nulla, ce l’ho sotto la pelle. E non so cosa darei per giocare io.
Nostalgia da derby di un’altra epoca? Quando giocavo io, il derby era tutto. E mica era una Fortitudo ricca, tutt’altro. I ricchi erano solo loro. Si parlava del derby tutto l’anno e se lo vincevamo l’euforia durava un mese.
Oggi che Fortitudo vede? Un club che ha la fortuna di essere seguito da un popolo che non ha eguali. Ovunque contano solo i risultati, alla Fortitudo contano un po’ meno, perchè davvero subentra la fede. Tre anni fa, quando mi chiamarono per ricostruire da zero, era impensabile arrivare in così poco tempo a 4600 abbonati.
La F inizia nella sua Chieti. Proprio una strana domenica, io a Bologna contro la Virtus e la Effe a casa mia. Ho il cuore diviso in due, a Chieti ho ancora tanti parenti e amici. Ad esempio sono stato compagno di squadra di Renato Mancinelli, papà di Stefano. Fortitudo favoritissima.
La sua Piacenza com’è? Sulla carta una buona squadra, che però deve trovare la chimica. E finora Hasbrouck è stato leader perfetto.
In lotta per la A ci mette anche la Virtus? Sì, e non solo perchè ho grande rispetto per la sua tradizione. Emotivamente per loro è un esordio difficile, ma se si mettono a posto in fretta la squadra è fortissima.