Enrico Campana sullo sfogo di Reggio, sulla nuova Legabasket e sul futuro azzurro

Fonte: sportal.it a cura di Enrico Campana

LO SFOGO DI REGGIO

Mi Piace: vedere che l’Italreggio può mettere in campo per i primi 6 spot 6 italiani, ma la sconfitta di Caserta è forse un segnale di una stagione  strana. Difficile in pochi mesi dimenticare un leader come Kaukenas ed un centro di grande apertura alare come Lavrinovic. Il problema che subito balza all’occhio è quello del leader. Tocca ad Aradori, altrimenti bisogna pensare subito a trovare una figura di grande personalità, non  conta il ruolo.

Non mi Piace: leggere un’intervista di Alessandro Frosini,  direttore sportivo di Grissin Bon, nella quale lamenta un danno economico per l’esclusione dall’Eurocup (ballava un interessante contatto triennale con la possibilità di qualificarsi per l’Euroleague) . Sottoscrivo  che ridurre l’attività di ben 6 giocatori potenziali Azzurri riguarda anche la nazionale, gesto autolesionistico della Fip. Ma perché, mi chiedo, i reggiani  hanno  rinunciato alla  Champions League della FIBA che comunque garantiva incentivi economici e confronti di buon livello? Mi sembra mancanza di coerenza, dato per scontato che  la FIP nella guerra fra Fiba e Euroleague ha combinato un bel pasticcio  usando il pugno duro… tranne che per l’Armani.

IL RILANCIO DELLA SERIE A MASCHILE

Mi Piace: ascoltare il presidente di Legabasket  fiondarsi in Sicilia alla prima giornata per farsi intervistare dalla Rai e ribadire il concetto: “cambieremo il basket “, ma siamo sicuri che non siano solo parole per quanto sta succedendo ?

Non mi Piace: aver notato che sulle maglie di molte squadre, diciamo la maggioranza, mancava il nuovo marchio LBA (a proposito, di chi è il copyright?). Ecco cosa significa essere partiti in ritardo: non c’è lo sponsor, non c’è più la streaming tv, da ultimo è sorto anche il problema  del “dress code”dovuto al ritardo nella presentazione. A  cinque giorni dal via le maglie dei 16 club  erano già  state confezionate, dalla Lega  è arrivato l’ordine di oscurare il marchio del club sostituendolo col nuovo. Per rimediare sono stati inviati degli adesivi però troppo piccoli. Qualcuno è riuscito ad avere una deroga all’ultimo momento, altri come Cantù e Pesaro sono andati avanti come prima, ma c’è chi ha esibito la nuova maglia ed invece il vecchio marchio sui pantaloncini. Nemmeno la squadra del re dell’abbigliamento mondiale è riuscita ad essere pari al suo famoso stile!.

PROVVEDIMENTI DISCIPLINARI

Non mi Piace: il bollettino settimanale del Giudice Sportivo  dove si legge spesso di sputi agli arbitri, intemperanze del pubblico, uso di trombette e clacson, lancio di rotoli di carta igienica o come è successo a Pesaro questa domenica una breve sospensione del match per l’uso di una penna laser accecante.

Mi Piace: fare dell’umorismo e dell’ironia – con tutto il rispetto – quando leggo come nei provvedimenti del giudice del mancato funzionamento – in più campi! – delle attrezzature obbligatorie. L’anno scorso questo costava una multa salata, alla vigilia della rielezione di Petrucci si è passati guarda caso  a una giustizia sportiva più benigna,  quest’anno basta quindi l’ammenda. Ma ci rendiamo conto che non avere l’instant replay e la stop fanno parte della regolarità della gara? Perché un errore tecnico non può essere corretto dagli arbitri, ma se l’attrezzatura “sonnecchia” l’errore tecnico  degli arbitri  per regolamento è improponibile! Sottolineo poi  – per rispetto dell’umorismo – che Caserta ha avuto un’ammonizione perché nello spogliatoio degli arbitri mancava l’acqua alle docce.

IL FUTURO AZZURRO

Mi Piace: pensare ad un campionato italiano che obblighi le squadre ad utilizzare almeno due italiani contemporaneamente nel quintetto, una regola che altri stanno tentando di portare avanti e che vale molto di più del giochino dei numeri  per guadagnare qualche spicciolo sugli incentivi Fip per il minutaggio degli italiani. Per salvare le apparenze e convenienza generale, le nostre squadre hanno optato per la cosiddetta formula del 5 +5, cioè cinque stranieri e cinque italiani  puri o di formazione. In realtà sui punteggi gli stranieri incidono del 70 per cento. E’ una regola mercantile, lo scopo è tenersi a galla. E sarà sempre più difficile adesso che  la Fip ha benedetto l’idea di una seconda promozione dalla A-2 e quindi di una seconda retrocessione.

Non mi Piace: vedere, a conti fatti, che  nel primo turno  ben sette squadre non abbiano messo un italiano in quintetto. Il solo Brian Sacchetti si è ribellato, partito dalla panchina è stato il MVP della vittoria con Varese.  Non mi piace vedere Donzelli, una dei migliori prospetti della pallacanestro italiana, giocare 8 minuti a Brindisi, Daniele Magro  dopo l’apprendistato con l’Armani segnare 2 punti con Pistoia o vedere 2 punti anche sulla casella di Marco Cusin, pivot della Nazionale, 2 punti. Nè mi consola veder perdere Reggio Emilia mettendo in campo 4 azzurri nel primo quintetto, o  Milano che con Abass, Cinciarini e Pascolo  nel quintetto iniziale  ha raccolto un modesto 19 di valutazione.