Fonte: Tuttosport
Gigi Datome pronto per la nuova stagione in Eurolega. Le sue parole da
Datome, l’Eurolega riparte, ma è tutta nuova. La sua impressione?
«E’ un campionato vero, tostissimo. Un vantaggio per i tifosi è vedere tutte le migliori squadre contro la propria. Sarà molto dispendioso, ma i club si sono attrezzati, con rose ampie per sopperire alla stanchezza. E con questa formula vincerà davvero la più forte, mentre in passato potevano prevalere le situazioni. Il numero di partite non è aumentato molto, 6 partite per noi. Il segreto è come sempre pensare ad un incontro alla volta. Di sicuro i giocatori possono migliorare. E s’è visto in passato».
Cambia qualcosa per lei alla seconda stagione a Istanbul?
«Cambia che nel 2015 ero un po’ un oggetto misterioso, dopo un paio d’anni in cui avevo giocato poco in Nba. Mi sono fatto conoscere, mi sento a casa e ne ho una mia, ho punti di riferimento. Sul piano tecnico la squadra è più o meno la stessa».
Come si vive a Istanbul dopo quanto successo, il tentato golpe e la “normalizzazione”?
«E’ stata la cosa di una notte, quasi non ci si accorge, in realtà. Anche l’atmosfera è rimasta la stessa. O almeno mi sembra. Io poi abito in un quartiere tutto nuovo nella zona asiatica. Sembra più europea dell’Istanbul europea».
E il nostro basket?
«Milano è più forte, ha 15 giocatori veri per l’Eurolega dove farà strada. E’ da playoff. Il divario si è ampliato. Ma resta competitivo, non come altrove. In Germania il Bamberg vince di 40, 48, al limite 26 punti le partite. Io spero che si crei l’occasione per impiegare di più italiani, far crescere i giovani in un livello competitivo alto. Credo che per i club sia ora di azzardare piuttosto che puntare su americani di passaggio, che vengono per mettersi in mostra»
Per migliorare la finale 2015 il Fenerbahce ha un solo risultato possibile. Con la finale a Istanbul, dove avete perso una volta in due anni.
«Sarebbe meraviglioso, ma sarà difficile. Il Cska è una potenza, poi l’Olympiacos, il Real, altre 5 da titolo. Per questo obiettivo alcuni di noi hanno rinunciato alla Nba, come Vesely o Bogdanovic. Anch’io avevo ricevuto due offerte molto interessanti, ma per un anno ancora ho deciso di restare. E’ il basket più interessante. Poi vedremo. Il Fenerbahce qui si porta dietro i tifosi del calcio, ha un seguito pazzesco. In Supercoppa 4/5 del palasport di Ankara erano nostri, pochi venuti da Istanbul».
Da un punto di vista privilegiato, che ne pensa del caos coppe?
«Per questioni politiche ci rimettono i protagonisti che trascinano lo sport: giocatori, allenatori, tifosi. Sono felice di far parte dell’Eurolega. Pensate a Reggio Emilia e ai miei compagni azzurri che non hanno un confronto internazionale».