Fonte: Ufficio stampa Dinamo Banco di Sardegna
Il tecnico biancoblu Federico Pasquini ha incontrato i giornalisti di televisione, carta stampata e agenzie in vista della sfida di domani con i polacchi dello Stelmet Zielona Gora. Alle 20:30 al PalaSerradimigni la palla a due del game 1, nel debutto in Basketball Champions League. “Sarà una partita interessante contro una squadra che ha messo al centro del proprio progetto la Champions League. Si sono preparati mettendo come prima opzione tra gli obiettivi l’Europa, a tal punto che questo week end non hanno giocato e sono arrivati in Sardegna ieri, con due giorni in anticipo, per preparare il match. Sarà una partita bella e dura, son convinto che chi verrà al Palazzetto assisterà a una bella sfida, contro squadra tosta e molto fisica, un perfetto mix tra giocatori europei e americani. Dovremo essere pronti e bravi a recuperare quell’energia difensiva vista nei nostri momenti migliori contro Brescia”. Che squadra è lo Stelmet Gora? “Sono una squadra profonda con dieci giocatori facilmente ruotabili a livello di cambi, per loro sarà la prima partita davvero importante dopo la Supercoppa polacca, in campionato ne hanno vinto due facili. Bisognerà fare attenzione ai loro piccoli: Florence, miglior realizzatore lo scorso anno con Cibona, e Koszarek, visto in Italia a Caserta. Senza dimenticare la qualità di Kelati e quella di Vaught sotto canestro”. Che cosa si aspetta dal girone in cui siete stati inseriti? “Penso che il nostro sia uno dei gruppi più interessanti perché hanno messo insieme le tre wild card, delle squadre con più storia e tradizione, insieme alle cinque squadre inserite. Il Besiktas al momento è quello che sta giocando la miglior pallacanestro ma son tutte squadre di ottimo livello. Credo che sia una competizione importante e sarà fondamentale approcciare bene fin da domani”. Nella vittoria con Brescia ci sono state risposte importanti dal gruppo… “Sono abbastanza contento perché tutti stanno rispondendo bene e presente alle richieste dello staff, sono contento della prova di Monaldi, sul quale però non avevo dubbi, e della crescita generale del gruppo. Non è pensabile giocare due volte a settimana per almeno 14 settimane senza avere una squadra completa, di dodici giocatori veri. In quest’ottica è fondamentale l’apporto dei giocatori che arrivano dalla panchina”.