Fonte: Il Piccolo a cura di Raffaele Baldini
Si scollina la settimana che ha visto l’Alma Pallacanestro Trieste vincere il gran premio della montagna Chieti (di 4° categoria ndr.), scendendo a velocità “savoldelliana” verso la spianata che porta all’irta salita per la nuova vetta, “hors catègorie”, il Mortirolo della serie A2 in quel di Verona. La squadra ci arriva con il morale risollevato, bagaglio non secondario come lo stesso coach Eugenio Dalmasson rimarca: “vincere con Chieti è stato importante per darci più consapevolezza, dar credibilità ad un cammino che stiamo facendo, rinfrancati maggiormente per un qualcosa che nelle prime due giornate ci è sfuggito per poco.” Ma se nella filosofia cara a Dan Peterson vincere di tanto è più “pericoloso” di un successo al fotofinish, in quanto può generare troppo entusiasmo (ergo, distrazioni), Dalmasson tende a guardarla dal punto di vista pratico: “con due trasferte in proiezione come quelle di Verona e Bologna, con due sconfitte in precedenza, era necessario portare a casa la partita, anche a costo di giocare male. Poi per vincere nei finali punto a punto c’è sempre tempo, esattamente come fu lo scorso anno. Ricordo la vittoria a Legnano con canestro di Coronica sulla sirena, alla fine del girone d’andata; assieme alla partita con Matera, i due momenti che più hanno costruito le fondamenta di una grande stagione.” Andrea Pecile ancora in dubbio, cosa cambia nello scacchiere? “I riscontri medici sull’infortunio di Andrea sono buoni, ma non possiamo peccare di superficialità nella bramosia di vederlo nuovamente in campo, il rischio di recidiva sarebbe alto. La sua presenza sul parquet è chiaro che garantisce sostanza, la sua esperienza di giocatore di alto livello genera da sola tranquillità in tutto il gruppo. Vedremo come utilizzarlo, in funzione appunto di non forzare il suo fisico e di testare lo stato di forma per renderlo efficace.” La Tezenis Verona dicevamo, squadra sull’orlo di una crisi di nervi, nella necessità di vincere contro Trieste per forza di cose. Quanto conteranno i primi cinque minuti per mortificare le certezze scaligere? “Mi permetto di dire che secondo me potrebbero essere più incidenti gli ultimi tre minuti, magari con il match in equilibrio; e là che potrebbe venir meno la solidità mentale di un gruppo sotto stress. Verona arriverà domenica alla stregua della Fortitudo Bologna dopo la sconfitta interna: coltello fra i denti e poca voglia di concedere qualcosa. Sotto questo punto di vista non vedo come una compagine forte e ben allenata da Frates possa sbagliare approccio davanti al proprio pubblico.” Se il roster non ammette punti deboli sulla carta, se il fattore psicologico è stato già archiviato, esiste qualche falla tecnico-tattica su cui investire credibili sogni di conquista corsara? “C’è solo un aspetto, figlio anche di un roster aggiustato (vedi l’arrivo del play Robinson e dell’ala Brkic), che può essere considerato come possibile punto debole: il concetto di squadra, per ora relativo. Individualità di livello ce ne sono, l’amalgama necessità il tempo fisiologico per diventare un blocco granitico. Ed è comunque una variabile impazzita della maggior parte delle pretendenti in serie A2…”.