Fonte: Il Piccolo a cura di Raffaele Baldini
Istruzioni per l’uso: le argomentazioni trattate in questo articolo devo essere maneggiate con cura, onde creare interpretazioni distorte del messaggio. Gianluca Mauro è una presenza che a Verona non è passata inosservata; il suo trasporto per la squadra non conosce confini territoriali, la vicinanza è un segnale forte ai giocatori e allo staff. Il prossimo azionista di maggioranza dell’Alma Pallacanestro Trieste (l’incontro per le firme davanti al notaio è previsto per domani, ndr) è l’immagine della serenità a fine partita, nonostante la sconfitta e un bilancio che per ora vede la squadra biancorossa con un successo a fronte di tre sconfitte. Le parole sono calibrate, senza barocchismi o eccessi di politichese: «È stata una partita di alti e bassi. Abbiamo sbagliato abbastanza all’inizio, quando si poteva incanalare il match a nostro favore. Siamo vivi comunque, e attendiamo il rientro di una pedina fondamentale come Pecile per rilanciarci in campionato. L’obiettivo rimane la salvezza per quest’anno, anche perché non vado a spendere tanti soldi per andare al piano di sotto (si parla di 500 mila euro per questa stagione, ndr)». Ma la parte più interessante riguarda il possibile intervento sul mercato, cui Mauro dà la moderata importanza: «Al mio allenatore è da qualche settimana che chiedo se c’è bisogno di un rinforzo. Ogni giorno mi faccio fare un report con i giocatori sul mercato papabili, sono disponibile a fare questo sforzo ma solo se il gioco vale la candela. E, ad oggi, materiale umano in grado di sposare il nostro progetto e di far fare il salto di qualità al gruppo, non ce n’è». Un concetto dannatamente chiaro, che riconduce inevitabilmente all’altro interlocutore decisivo in questo ambito, coach Eugenio Dalmasson. Allineato con la proprietà, l’allenatore chiarisce quali sono i presupposti di un eventuale intervento. Le parole sono di qualche giorno fa, giusto per chiarire che non sono figlie della sconfitta di Verona: «L’errore più grande che possiamo fare è farci prendere dall’isteria, come hanno fatto diverse società in A2, abbiamo un obiettivo che deve essere letto a medio-lungo termine con questo gruppo. Non possiamo nè vogliamo forzarlo con interventi fatti giusto per riempire l’album di figurine. I giocatori oggi in circolazione (teoricamente disponibili Carraretto, Mordente, Marconato, ndr) sono tutti ottimi cestisti ma che non si sposano con una filosofia che da anni portiamo avanti a Trieste. Giocare per questa maglia vuol dire accettare una logica territoriale e dispendiosa in termini di energie, chi arriva da noi deve essere votato al sacrificio». Ma se qualcuno giocasse con il toto-ruolo per l’eventuale pedina da inserire nel roster, Dalmasson semplifica le cose: «In che ruolo vorrei un eventuale innesto? Non faccio una questione di ruoli ma di qualità. Per cui non è una questione di guardia o di lungo, tutto verte sulle potenzialità del nuovo arrivato di elevare il livello del gruppo, senza snaturarlo». E tutto questo per ribadire che c’è l’assoluta convinzione che l’attuale gruppo possa raggiungere tutti gli obiettivi prefissati con il sano principio del lavoro in palestra. Senza additivi.