Fonte: Gazzetta dello Sport
Sergio Scariolo esamina la grande sfida fra Olimpia Milano e Real Madrid di Eurolega, con un cenno agli scudetti di Siena…
Restando al Real Madrid?
«Nulla è cambiato negli schemi, molto a livello filosofico. Doncic è in crescita, Draper è un ottimo giocatore, ma al momento manca quello che sapeva dare Rodriguez: una creatività e una capacità nel ribaltare le gare in pochi minuti davvero unica. Inoltre il Real, come Milano, vive di fiammate: il talento gli consente di segnare 15 punti in pochi minuti, ma può poi subirne altrettanti. Classico di chi deve ancora sviluppare gerarchie e trovare un’identità definita».
Milano come la vede?
«Possiede una versatilità notevole e un’alta dose di talento che le consente di avere sempre in campo almeno due giocatori con spiccata creatività e capacità di giocare il pick and roll. Inoltre intravedo un potenziale difensivo non banale, ma per svilupparlo serve tempo».
Una debolezza degli spagnoli?
«Le vittorie e le sconfitte hanno finora una costante: la percentuale nel tiro da tre molto altalenante. Llull, per esempio, è in striscia negativa anomala per lui. Sembra una debolezza, ma è meglio non fidarsi troppo».
L‘Olimpia punta ai playoff. Obiettivo credibile?
«Assolutamente sì. Poi io credo nella progressività degli obiettivi. Una volta ai playoff, conta come ci si arriva. Condizione fisica, chimica, avversario. Tolte Cska, Fenerbahce, Real e Barcellona se recupera bene dagli infortuni, dall’Olympiacos in giù vedo un gruppo di squadre con possibilità molto simili. Milano è tra queste».
Infine, a Siena sono stati tolti due scudetti. Anche quello vinto contro di lei.
«Che non sento mio perché non l’ho vinto sul campo, anche se non capisco perché gli scudetti tolti alla Juve siano stati assegnati all’Inter, mentre nel basket non è successo. Non entro nel merito dei bilanci perché era un aspetto che non potevo conoscere. Allora notai uno squilibrio nel sistema che non garantiva l’equità competitiva e il processo che ne seguì fu archiviato in modo molto discutibile. E pensare che quando dicevo che il re era nudo mi prendevano per pazzo…».