Fonte: Il Messaggero Veneto, a cura di Simone Firmani
Il caso Ray tiene ancora col fiato sospeso l’Apu Gsa, poiché ieri la Fip non ha comunicato nulla su eventuali sanzioni relative al match di domenica scorsa. Probabilmente lo farà oggi, non essendo più giorno festivo. Tuttavia, la squadra deve rimettersi in moto il prima possibile. Il campionato non si ferma e una sconfitta, pur essendo stata influenzata notevolmente dalle ultime decisioni arbitrali, è anche figlia del gioco che tra i bianconeri è più volte mancato, non solo a Roseto, ma pure a Forlì.
Nelle prossime due settimane Udine ha due jolly da giocarsi tra le proprie mura. Il prossimo avversario sarà Chieti. Quello successivo sarà la Virtus Bologna. Presentarsi preparati, dal punto di vista organizzativo, è più che mai fondamentale. Nelle ultime due trasferte sono infatti emersi due problemi principali: la difficoltà nel girare palla e la continuità del gioco all’interno della stessa partita. Iniziamo dal primo. Come ben sappiamo, per i bianconeri non è facile trovarsi a memoria, avendo dovuto inserire tre elementi nelle ultime settimane. Pur essendo leggermente migliorato, l’attacco udinese rimane uno dei meno produttivi del girone, con 72,2 punti di media a partita. Inoltre, nell’ultimo match sono stati persi ben 17 palloni.
Analizziamo quindi la situazione. Il gioco della pallacanestro parte per definizione dai playmaker, in questo caso da Traini e Nobile. Il primo, pur appiccicandosi al fenomeno Smith nella “box and one” imbastita da Lardo, dal punto di vista offensivo a Roseto ha fatto poco: 8 punti col 35 per cento dal campo, 5 palle perse, un solo assist e -1 di valutazione totale. Il secondo, sul quale ricadono meno responsabilità, ha segnato una tripla importante nell’ultima parte di gara, ma paga ancora la poca esperienza. Domenica scorsa mancava poi Pinton, che ogni tanto aiuta in cabina di regia, ma se il gioco richiede un miglioramento, è dalle mani dei due play che tale sviluppo deve partire. Queste pedine vanno poi integrate con il pivot, nella fattispecie Cuccarolo. Il centro di Asolo illumina quando effettua nel modo corretto i blocchi al play, seguendo la sua penetrazione, per poter ricevere palla in mezzo all’area o per correggere il tiro del proprio compagno in caso di errore. Da qui dovrebbe passare una buona parte di gioco bianconero.
Il secondo punto sul quale probabilmente Lardo si concentrerà questa settimana riguarda la continuità. Prendiamo le due ultime trasferte. A Forlì i bianconeri giocano male i primi due quarti, andando anche sotto di undici, fanno un gran terzo quarto, ma poi si perdono negli attimi finali. A Roseto giocano discretamente fino al terzo periodo, quando sprofondano a -14. Poi rimontano e vanno sopra, ma si vedono sfuggire la vittoria a 39 secondi dalla fine con l’espulsione di Ray. Per avere maggiore continuità serve più pazienza in attacco e quindi più movimento. E questo da cosa deriva? Da un più efficace smarcamento e, di nuovo, da un migliore giro di palla.