Fonte: Il Mattino di Caserta, a cura di Candida Berni Canani
Tre parole per esprimere il suo stato d’animo in attesa di tornare a Caserta. Tre parole per confermare il suo attaccamento a una città «da cui non sarei mai andato via». È un Oscar commosso quello che sta contando i giorni per ritornare a Caserta insieme alla moglie Cristina. «Sapere che tanti giovani che in quegli anni vissuti con la Juvecaserta non erano ancora nati e che ora desiderano conoscermi di persona, mi colpisce tantissimo» dice il cestista brasiliano che ricordal’adrenalina che gli saliva «quando la tifoseria della Juvecaserta, cantava il soldato “nnammurato”».
Oscar Schmidt sarà a Caserta a metà dicembre: lo aspettano le chiavi della città e il calore della gente «che subito è diventata la mia gente», dice l’ex cestista della Juvecaserta. Non c’è dubbio che Oscar è il giocatore straniero più amato di sempre, anche se non è stato fra i protagonisti dello scudetto del ’91. Arrivato al Palamaggiò nuovo di zecca, nel 1982, Oscar arriva dritto al cuore dei casertani per la sua semplicità e non solo per le sue mirabolanti prestazioni agonistiche. Voluto dall’allenatore di quell’epoca, Boscia Tanjevic, Oscar è entrato nella storia del club bianconero, diventando una leggenda del basket vivente. «Tutto questo affetto mi colpisce e mi commuove – dice “O Rey do triple”, soprannome che non ha bisogno di spiegazioni. Il suo ritorno a Caserta l’aveva già preannunciato nel corso dei Giochi di Rio che l’ha visto nelle vesti di commentatore televisivo. In quell’occasione aveva detto che sarebbe tornato presto a Caserta, «per il battesimo della bambina del mio cumpariello Andrea Basile che ha avuto una figlia che ha voluto chiamare Cristina come mia moglie».
E non potrà mancare l’abbraccio del Palamaggiò. Infatti Oscar e sua moglie Cristina saranno gli ospiti d’onore del confronto in programma il 18 dicembre nell’impianto di Pezza delle Noci quando la Pasta Reggia incontrerà la formazione di Pesaro. Oscar scelse proprio il Palamaggiò per il suo addio al basket giocato tredici anni fa (8 dicembre 2003). «Fu una festa bellissima – rammenta il campione brasiliano – ma credo che dopo tanti anni l’emozione sarà ancora più forte. Sarà una gioia rivedere tanti amici, quelli che la distanza non ha mai cancellato». Cinque Olimpiadi con la maglia del Brasile, quest’anno Oscar è stato tedoforo d’eccezione.
«Sono tanti i momenti belli della mia vita – sottolinea – quelli di Caserta sono stati indimenticabili, non solo come cestista, ma anche come uomo e come padre». Il suo primogenito Felipe è stato battezzato dall’indimenticabile don Mario Vallarelli, che era la guida spirituale della Juvecaserta. Ed è stato proprio Felipe dalle sue pagine di Facebook a dare la notizia che i suoi genitori sarebbero tornati a dicembre in Italia. «Io sarei rimasto avivere sempre a Caserta – ha sempre detto e ripetuto Oscar – fra quella gente meravigliosa che mi ha amato e che ho amato e continuo a farlo perché il tempo non cancella né sentimenti né emozioni. Che partite abbiamo disputato! Come quella contro la squadra di Sabonis, quelle che ci hanno portato alla promozione in A1, ma anche quelle perse, come la finale di Atene che mi brucia ancora».