Sabato sera i quintetti del capoluogo regionale – Trieste e del capoluogo della provincia friulana – Udine saranno a confronto.
Trieste arriva all’impegno dopo aver “stracciato” la squadra di Piacenza, gli udinesi giungono al Palarubini dopo aver subito su parquet amico la pesante sconfitta inflittale dalla penultima in classifica, la modesta Imola.
La particolarità del derby è data al vero dalla proprietà dei due contendenti, entrambi i sodalizi infatti sono di proprietà udinese. Il dato relativo all’appartenenza altro non è se non un dato statistico sia pur più unico che raro, dal 1974 infatti ho assistito per le varie testate sportive nazionali e per la RAI, ai confronti Trieste – Udine, mai la situazione di oggi si era manifestata.
Tra i risultati più probanti delle partite giocate in casa dal quintetto triestino nella lunga storia dei derbies si evidenziano:
1974: Lloyd Adriatico TS – Snaidero UD 84 a 100; 1979: Hurlingham TS – Mobian UD 86 a 84; 1984/85 Stefanel TS – Australian UD 98 a 91; 2001/02: Telit TS – Snaidero UD 80 a 83; 2002/03: Acegas TS – Snaidero UD 86 a 81; 2003/04: CoopNordEst TS – Snaidero UD 83 a 73.
La brillante affermazione del campionato 2003/04 vedeva la formazione triestina disporre del roster: Camata Andrea, Casoli Roberto, Cavaliero Daniele, Cusin Marco, Delise Marco, Erdmann Nate, Godina Diego, Impagnatello Luigi, Kelecevic Sinisa, Maric Ivica, Pigato Adriano, Podestà Samuele, Roberson Terrance e Sy Ismaila con coach Cesare Pancotto alla guida tecnica.
Per la gara di sabato il quintetto triestino, che è impegnato nell’inserimento del pivot Cittadini, parte favorito in quanto più completo nei vari ruoli ma anche per le splendide prove fornite da Da Ros, Green, Parks e la ritrovata determinazione sciorinata da Prandin, Bossi e Pecile. Le quattro partite vinte consecutivamente dai biancorossi mostrano che l’auspicato equilibrio è alla portata dei biancorossi che per far posto al maturo ma valido Cittadini sono stati costretti a privarsi dell’eterna promessa Pipitone, almeno così è stato per l’esordio del nuovo arrivato.
Per concludere da constatare che le prestazioni dei due stranieri visti al Palarubini Jones e Hasbrouck del Piacenza, pur forti di validi trascorsi e ricchi di reminescenze di ex protagonisti, fanno parte dell’esercito di atleti stranieri di media caratura e/o di fine carriera che nel basket italiano hanno trovato il loro ultimo Eldorado.
Attila Frizzo