Una domanda, cinque opinioni video: è questo il “format” scelto da 60 Seconds More Or Less, video inchiesta da poco arrivata alla ribalta della quotidianità dei media digitali. Un movimento fondato da alcuni personaggi cestistici ben noti nell’isontino, specificatamente nella zona goriziana: di Patrick Nanut non c’è bisogno di dire troppo, dopo gli anni a crivellare i canestri in lungo e largo; Mitja Viola è un giornalista che oramai è trapiantato in America da tempo, mentre a completare il quadro ci sono Daniele Kodric, Luca Concetti e Roberto Podgornich.
Si parla di tematiche legate al basket in generale, con ovvia influenza legata all’America: tanta NBA, ma anche Europa, Eurolega e pallacanestro di tendenza. Un format molto “leggero” e veloce, che si allinea allo stile comunicazionale del web e, nello specifico, di YouTube. Nell’ultima puntata, 60 Seconds More Or Less ci porta nel “magico” mondo di una delle squadre più celebri e vincenti della NBA, ovvero i Boston Celtics.
Il famoso “Celtic Pride” che ha caratterizzato per anni questa formazione è al centro dell’ultima inchiesta di 60 Seconds More Or Less: si va dalle dichiarazioni di coach Brad Stevens, legate alla qualità della sua panchina, fino a interviste ai giocatori come Avery Bradley o Marcus Smart, ma anche ad interventi di veri e propri cultori della pallacanestro come Gabriele Rossetto, fondatore del gruppo Facebook “Trash Talking”. Insomma, un mix di personaggi che, in un modo o nell’altro, parlano e fanno parlare di quello sport da noi tanto amato, la pallacanestro.