Trieste affronta un’altra prova di forza: dopo una trasferta per nulla convincente, la truppa di Dalmasson ritrova il pubblico amico contro la Dinamica Mantova. Alma Arena piuttosto gremita per una sfida per nulla facile ed intrisa di vecchi ricordi (l’ex Candussi e Amici, ben presenti nella memoria dei tifosi giuliani).
Quintetto Trieste: Bossi, Pecile, Parks, Green, Da Ros
Quintetto Mantova: Giachetti, Corbett, Amici, Daniels, Candussi
I quarto
Ottimo piglio dei triestini, che graffiano un importante 9-2 di parziale, frutto di qualche buona difesa e delle folate offensive della coppia Green – Parks. Dalmasson sceglie di incatenare Amici e di “concedere” Corbett a Pecile, che – comprensibilmente – non può tenere l’estro e la qualità cestistica del numero 21: sue, tra l’altro, le 12 segnature dei mantovani. La difesa di coach Martelossi non ha retto a dovere l’urto di questo primo quarto ma ha reagito con orgoglio nelle battute finali, tornando a -7 sulla sirena conclusiva (27-20 per l’Alma). Importante, inoltre, il computo dei rimbalzi per i padroni di casa, che guidano 14 a 7 (non una consuetudine).
II quarto
Amici è scatenato e trascina da solo gli ospiti al +2, dopo aver infilato due triple in fila e dopo aver zittito il secondo quintetto di Trieste. Le squadre e la partita mostrano un volto nuovo, e mentre gli ospiti trovano fiducia, Pecile e compagni sono vittime di un fastidioso nervosismo, figlio soprattutto della poca fluidità offensiva. La contesa si equilibra palesando alcune chiavi di lettura decisive: l’Alma combatte contro una coppia superlativa in difesa (Corbett – Amici) e contro se stessa in attacco, dove può e deve fare “male” all’avversario. Mantova di poco avanti, 39 – 38, prima che i due quintetti raggiungano gli spogliatoi.
III quarto
La terza frazione è stata spesso rivelatoria per le sorti di Trieste: Parks e Daniels collezionano il terzo personale, ma Mantova sembra avere un atteggiamento più concreto, cinico e sicuro di sé, conducendo la sfida per 50-47. La Dinamica si traveste da Alma quando aggredìsce e mette le mani addosso: esattamente quello che serve per far perdere lucidità ai giuliani, ma che – come effetto collaterale – ha surriscaldato gli animi dell’Alma Arena e risvegliato la garra del quintetto biancorosso. Trieste conquista eroicamente il +1 (52-51) che traghetta questa dodicesima giornata di campionato verso gli ultimi dieci giri di orologio.
IV quarto
Mantova può affrontare i primi minuti del quarto senza dover sudare eccessivamente in difesa: l’Alma è senza un regista e scollata nella gestione della fase d’attacco, e patisce il -5 (61-56) di metà frazione. Due contropiedi ben assestati e una tripla di Bossi richiudono temporaneamente la piccola “ferita”, e la partita si fa bellissima e intensa: 67-67 pari a un minuto dalla fine. Gli arbitri non vedono un fallo evidentissimo di Bossi su Giachetti e sul ribaltamento Green vola come un albatro verso il ferro per l’incredibile +2 (69-67). Manca un solo secondo alla sirena. Amici riceve e scaglia una preghiera in fade away, che non trova il canestro.
PALLACANESTRO TRIESTE – MANTOVA 69 – 67
Trieste: Parks 14, Bossi 11, Coronica, Green 16, Ferraro ne, Pecile 8, Baldasso, Gobbato ne, Simioni ne, Prandin 3, Da Ros 15, Cittadini 2. All. Dalmasson
Mantova: Daniels 7, Vencato 3, Giachetti 1, Timperi, Candussi 6, Casella 3, Amici 23, Corbett 24, Gergati ne, Bryan, Morello ne, Rinaldi ne. All. Martelossi