Fonte: Corriere della Sera a cura di Werther Pedrazzi
Nicolò Melli e un excursus sul suo momento magico al Bamberg.
«Il sistema Bamberg mi fa esprimere al meglio. Abbiamo una forte personalità di squadra: cerchiamo di mettere in difficoltà gli avversari. Purtroppo spesso non è bastato (il Bamberg ha perso 5 gare all’ultimo tiro, ndr). Viaggiamo leggeri e molto volentieri insieme».
Via dall’Italia perchè non sopportava Gentile…
«Ah sì? Sarà stata un’opinione personale…».
Giusta o sbagliata?
«Sbagliatissima! Per due motivi. Primo: di Ale non ho parlato con nessuno e nessuno con me. Secondo: credo che svilisca sia me che Gentile, ma soprattutto Bamberg. Deve essere chiaro: sono venuto in Germania per quello che c’era al Bamberg, e non per quello che non c’era a Milano».
Pensiero NBA.
«Bruttissima domanda: non voglio essere ipocrita né banale. So bene l’interesse e quello che si sta muovendo attorno a me. Ma proprio non riesco a pensare più in là di oggi pomeriggio, in trasferta contro Ulm: sono in testa con noi, anche loro imbattuti e carichi a molla. Comunque, ed è qui che corro il rischio del banale, una cosa ho imparato nella vita: mai dire mai. Quando 3 anni fa con Milano venni a Bamberg… inverno, buio, un freddo cane, vista solo sull’ingresso atleti del palazzetto… Come potevo immaginare che in questa città sarei stato il giocatore e l’uomo più felice del mondo?».