Quando i siti vengono ghettizzati
Scoppiato il bubbone: niente accrediti per i siti internet nazionali per il derby di Bologna di domani. Motivo? La Unipol Arena riduce la tribunetta stampa a favore di ulteriori posti da vendere. Così viene messo a nudo definitivamente lo scollamento fra ortodossia giornalistica che nega l’ingombrante ma importante presenza dei siti internet e il mondo reale della comunicazione, quello fatto appunto di contenitori con notizie in tempo reale, fruibili gratuitamente dall’infinito popolo del web.
La pallacanestro quindi si fa l’ennesimo autogol. Da movimento che dovrebbe essere “venduto” da “strilloni” moderni con la cadenza e la capillarizzazione necessaria, a testardo elemento di nicchia un po’ snob, che accontenta i salottieri facoltosi. Va bene, avanti così, diamoci la zappa sui piedi così anche gli ultimi sponsor arretreranno di fronte a deboli comparsate televisive e sulla carta stampata; disallineiamoci con il progresso, allontaniamoci dal mondo social tanto sinergico con i siti, investiamo in quello che è già stato decretato morto.
Che sia chiaro, l’ostracismo non è una questione targata Virtus Bologna, bensì è una piaga che si sta espandendo lungo lo stivale, confondendo quello che è giusto far rientrate nell’ottica del filtraggio meritocratico (si vedono dei prodotti qualitativamente impresentabili), con una censura globalizzata.
Accettiamo tutto, unica cosa, quando le testate nazionali non riserveranno manco due righe sulla palla a spicchi o quando la Tv volterà le spalle, non correte alla ricerca di chi vi ha dato visibilità negli anni, perché gli stessi avranno veicolato gli interessi nel mondo erotico…più democratico e remunerativo.
Raffaele Baldini (www.cinquealto.com)