Sfida di altri tempi? Si, grazie. Sfida d’alta classifica? Si, grazie. Sfida tra il pubblico più numeroso? Si, grazie. Sono davvero molti i temi interessanti che giocoforza assurgono agli onori della cronaca cestistica degli ultimi anni quando sul medesimo parquet scendono due squadre con un blasone come quello di Trieste e Treviso.
Il Palaverde – che nel nome conserva ancora i ricordi della pluridecorata Benetton – rappresenta oggi il campo più difficile per chi gioca in trasferta nel gruppo orientale, visto che l’ultima volta che a fine gara sotto la scritta GUEST del tabellone c’è stata la cifra più elevata correva addirittura il 2015: il 6 dicembre di quell’anno, infatti, i Knights del Basket Legnano lasciavano Treviso con i due punti in tasca (vittoria per 69-63) e da allora non è più successo, per nessuno. L’Alma Trieste, caricatissima da 8 vittorie nelle ultime 9 gare e sospinta dai suoi tifosi presenti in quantità massiccia, spera proprio di fermare a 396 le giornate di quel calendario.
Entrambe ammesse di diritto alle Final Eight di Coppa Italia di A2, la sfida Treviso-Trieste metterà di fronte, venerdì pomeriggio a partire dalle ore 18:00, la seconda e la terza in classifica del Girone Est, con Treviso reduce dalla vittoria interna contro Piacenza e con lo stato d’animo rinfrancato dopo il brutto passo falso a Udine e Trieste con il morale alle stelle dopo aver conquistato ad Imola la sua seconda vittoria esterna in campionato, nonché terza vittoria consecutiva.
La squadra della Marca, per il terzo anno agli ordini di coach Stefano Pillastrini, nonostante il buon piazzamento finora ha fornito una prestazione alquanto deficitaria per media punti: con 72,1 è terzultima ad est davanti solamente a Verona (71,1) e Forlì (70,7). Quintultima da 2 punti con il 48%, a metà classifica del tiro dall’arco con il 34% è però quinta dalla lunetta con il 77%, oltre ad essere la terza squadra che tira di più (271 fermate sulla linea della carità). Seconda per rimbalzi arpionati e terza per assist distribuiti, risulta al terzo posto per valutazione media ed ha una differenza canestri positiva di 76 punti, risultando inoltre la squadra con il minor numeri di falli commessi (18,1 a partita).
I biancorossi per media punti sono invece quarti (78,5) e nei tiri occupano rispettivamente il terzo posto da due punti (52%), il nono posto da tre punti (33%), il quart’ultimo dalla lunetta (73%). Nona nei rimbalzi, quarta per assist, quinta per valutazione media e con una differenza canestri di +95, gli uomini di Eugenio Dalmasson con 22,1 di media a partita sono i più fallosi dopo Udine.
Menzione d’onore tra i trevigiani per Davide Moretti, classe 1998 e figlio d’arte del pluridecorato Paolo, autore di una stagione fin qui strepitosa: primo in campionato nei tiri liberi con il 96,7%, ha recentemente impreziosito il suo palmarès con la medaglia di bronzo ai mondiali under 18 in Turchia (come il collega “triestino” Simioni). L’ala a stelle e strisce Jessy Perry è terzo per media rimbalzi difensivi (6,6) e quarto per numero complessivo (93). Il faentino Matteo Fantinelli è leader negli assist per media (5,8) e per totale (81) ed è il vero motore della squadra, visto che un terzo degli assist parte dalle sue mani, che recuperano anche 1,7 palloni a partita (quinto posto in graduatoria). Completa la rassegna Andrea Ancellotti, al quarto posto nelle stoppate date (23 con 1,6 di media a partita).
Tra gli alabardati spicca invece Javonte Damar Green, leader nelle palle recuperate (49 in 14 gare, con ben 3,5 di media) e quarto per media valutazione (21,9). Andrea Pecile è secondo nei tiri liberi (93,3% in 11 gare), mentre Jordan Parks è quinto nelle due classifiche delle stoppate (1,4 di media per 19 totali).
I migliori realizzatori della De Longhi sono rappresentati dalla coppia Moretti-Perry: nelle 14 gare sin qui disputate Davide Moretti ha mantenuto 12,6 punti di media (177 totali, 54% 2PT, 43% 3PT, 77% TL, 125 RIM, 4 REC, 22 ASS), mentre Jesse Perry ne ha infilati di media 12,4 (174 totali, 56% 2PT, 48% 3PT, 77% TL, 100 RIM, 3 REC, 18 ASS). Prestazioni livellate, quindi, per quanto attiene ai punti segnati, con un totale di 351 su 1010 che vale il 34,7% del complessivo.
Per l’Alma sono 18,4 i punti di media di Javonte Green (257 totali, 61% 2PT, 39% 3PT, 72% TL, 84 RIM, 49 REC, 18 ASS) e 13,6 quelli di Jordan Parks (191 totali, 55% 2PT, 23% 3PT, 76% TL, 93 RIM, 21 REC, 28 ASS), per un totale di 448/1099 che determinano un contributo alla causa pari al 40,7%.
Ecco il confronto tra i probabili protagonisti, i migliori per tiri, rimbalzi e assist:
% 2 PUNTI
TRIESTE: Green 61, Parks 55, Prandin 55
TREVISO: Perry 54, Ancellotti 51, Decosey 50
% 3 PUNTI
TRIESTE: Pecile 43, Baldasso 40, Green 39
TREVISO: Fantinelli 47, Perry 43, Moretti 39
% TIRI LIBERI
TRIESTE: Pecile 93, Parks 76, Prandin 75
TREVISO: Moretti 97, Rinaldi 86, Perry 77
RIMBALZI
TRIESTE: Parks 93, Green 84, Da Ros 69
TREVISO: Perry 125, Ancellotti 103, Fantinelli 75
ASSIST
TRIESTE: Bossi e Da Ros 50, Parks 28
TREVISO: Fantinelli 81, Moretti 33, Decosey, Perry e Rinaldi 22
All’andata al PalaTrieste la De Longhi con un super Davide Moretti vinse per 70 – 66 contro un’Alma cui non bastò una grande prestazione di Stefano Bossi da 20 punti e 23 di valutazione. Nella stagione scorsa, invece, a Treviso finì 69-55 per i padroni di casa, che restituirono l’onore delle armi al PalaTrieste in febbraio, quando l’Alma si impose per 82-66.
Con un rapido viaggio a ritroso nel tempo possiamo comunque arrivare fino all’ultimo incontro di un certo prestigio tra le due realtà, ovverosia quella finale di Coppa Italia della stagione 1994/1995 che mise di fronte Illycaffè Trieste e Benetton Treviso. A nomi di tutto rispetto sulla sponda trevigiana quali Marconato, Iacopini, Rusconi, Pittis, Naumoski, Woolridge, Vianini, Gracis – sapientemente guidati da Mike D’Antoni – fece da contraltare il primo roster post-Stefanel con giocatori come Tonut, Burtt, Thompson, Gattoni orchestrati da Virginio Bernardi. Vinsero – seppur di soli 4 punti – gli allora biancoverdi, che poi trionferanno anche in EuroCup e perderanno la finale scudetto contro la Virtus Bologna. Altri tempi, stesse emozioni.
Marco Torbianelli