Fonte: Il Piccolo a cura di Raffaele Baldini
E recupero sia. Ferrara e Trieste si trovano di fronte per giocare la sfida prevista inizialmente per il 17 Dicembre, alla tredicesima di campionato. Diciamo subito che la depressa versione di coach Trullo prima delle festività natalizie ha subito una profonda trasformazione dopo la doppia affermazione casalinga con Recanati e nel sentito derby con Forlì. Oltre a questo, gli acciaccati del tempo, Cortese e Bowers, hanno recuperato completamente, ridando al gruppo una patina nuova. Coach Dalmasson ha da tempo dribblato ogni possibile appiglio per alibi “di contorno”, resta il fatto che il posticipo ha avvantaggiato sensibilmente gli estensi.
Ferrara abUSA – La Bondi abusa di due competenze: sono gli americani Laurence Bowers e Terrence Roderick. Il loro apporto in termini di produzione offensiva è paradisiaco: 517 punti in coppia (Bowers ha giocato anche una partita in meno), qualcosa come 34 punti a serata. Bowers tira con un irreale 63% da due punti, mentre Roderick con il 53%; quest’ultimo con la classe cristallina di chi può cambiare marcia come e quando vuole. Oltre a ciò, anche 14 rimbalzi portano alla causa. C’è quindi un’altra volta l’esigenza di mettersi alla prova difensivamente, ma con il piglio della sfida contro Forlì (vedi Blackshear annullato da Green); altrimenti, le “banchettate” straniere possono fare molto male…
Se si tengono sotto gli 80 punti… – Solo la Fortitudo Bologna ha giocato al gatto con il topo in quel di Ferrara portando a compimento il colpo corsaro (85-87 ndr.). Tutte le altre compagini, anche la capolista Segafredo Bologna, sono finite male nell’accettare il vorticoso ritmo della Bondi fra le mura amiche. Accorta invece la strategia sempreverde del “primo, non prenderle”, adottata rispettivamente da Chieti, Ravenna, e Piacenza; tenendo Pellegrino e soci sotto gli ottanta punti, la percentuale di successo esterno aumenta a dismisura, diventa quasi matematico.
E’ una questione di approccio – Ricordando la bella affermazione di un anno fa, quella vittoria in casa Bondi frutto di tanta pazienza, di fisicità “da viaggio” e dalla capacità di accelerare quando conta. Insomma, la migliore sala stampa del post partita potrebbe essere quella con l’allenatore di casa che recrimina sulle troppe mani addosso dei triestini, e un Dalmasson che finalmente trova le stesse caratteristiche registrate all’Alma Arena, e a sprazzi in quel di Recanati, Imola e Treviso.
Occhio alle apparenze – E’ pur vero che Ferrara è una squadra che non ha ancora trovato una propria quadratura, ma è anche vero che alcuni numeri fanno impressione. Nonostante il malinconico posto nelle retrovie (12 punti ndr.), la squadra di Trullo segna quasi 80 punti a partita. Meno 6 nel computo fra punti segnati e subiti, la prova tangibile che la formazione estense lotta fino alla fine.
Raffaele Baldini