Fonte: Gazzetta dello Sport a cura di Vincenzo di Schiavi
Eletto ad aprile al vertice della Lega Basket, Egidio Bianchi mette sul tavolo i temi pregnanti di una riforma che dovrebbe rinnovare profondamente la nostra pallacanestro. Non tutti piaceranno al presidente della Fip Petrucci.
Presidente Bianchi, cosa fare per recuperare appeal e competitività internazionale?
«Bisogna lavorare tutti nella stessa direzione. Noi, come Lega, ci siamo dati una governance innovativa rispetto al passato: più poteri al presidente, sviluppo pluriennale dei nostri progetti, forte impulso commerciale, un campo in cui, rispetto agli altri Paesi, siamo rimasti indietro».
Entriamo nello specifico.
«Punto primo: reperire risorse. E allora dobbiamo partire da una riforma della Legge 91. E’ vetusta e implica un appesantimento dei costi per le società. Ne stiamo parlando con Governo e Coni. Auspichiamo un regime fiscale e contributivo diverso che possa renderci più competitivi; poi è necessario migliorare la qualità del nostro prodotto».
I palasport appunto.
«Non è solo una questione di capienza. Li immaginiamo differenti: cablati, interattivi, confortevoli, con aree hospitality per gli sponsor. Dobbiamo creare un nuovo indotto per far crescere i club».
La Fip vorrebbe palazzi da 5 mila posti per i playoff.
«Andrei per gradi, cominciamo dalle finali. Fatemi spendere due parole per Reggio Emilia: l’idea di giocare contro Milano a Bologna è stata vincente e un grande spot per tutto il movimento. La Lega, invece, non tollererà più quanto successo a Roma qualche anno fa, quando per la finale si giocò al PalaTiziano pur avendo a disposizione il PalaEur. Tornando al concetto delle risorse, l’altro step è quello dei diritti tv».
Quali le novità?
«È uno snodo determinante. Alla fine di quest’anno si chiude il biennio di accordi e si torna al tavolo delle trattative. La novità è che stiamo ragionando profondamente anche in ottica digitale per offrire un prodotto diretto alle nuove generazioni, ampliando le piattaforme dell’offerta».
Altro capitolo: le coppe europee. Avete già annunciato la volontà di aderire liberamente a qualsiasi competizione.
«Esatto. L’impasse di quest’anno è superata, vogliamo guardare avanti. Ho parlato con Bertomeu: è disposto a riaccoglierci. La Serie A è considerata uno dei campionati di riferimento, le tre defezioni di quest’anno non hanno inciso. Stando all’attuale formula, avremo un posto in Eurolega e 2 in Eurocup, dove ballano anche tre wild card, lavoreremo per portarne a casa una».
Altro tema: l’eleggibilità. Come si pone la Lega Basket?
«La valorizzazione degli italiani e le sorti della Nazionale sono considerate strategiche dalla Lega Basket. Ma non è con i format che si fanno giocare gli italiani e l’attuale formula lo ha dimostrato. Il tema fondamentale è quello della premialità (più soldi a chi fa giocare gli italiani, ndr) e di come sviluppare i settori giovanili. Le quote, spesso aggirate con passaporti, diciamo così, fittizi, non sono una soluzione. Anche Reggio, quella che più di tutti investe sugli italiani, ha manifestato la massima apertura sulla nostra idea».
Numeri alla mano, qual è?
«Sette stranieri senza distinzione di passaporto, cinque italiani, e un progetto che implementi sensibilmente i fondi per la primalità. È quello che mettiamo sul tavolo, su cui però siamo disponibilissimi a discutere».
Si parla molto anche delle due promozioni dalla Serie A-2 e dell’allargamento della Serie A a 18 squadre.
«Temi sul tavolo. Ma chiariamo: sento dire che una promozione per 32 squadre di A-2 è insufficiente. Il problema non è la promozione unica ma la formula a 32 squadre e non ne siamo certo responsabili noi. Arduo pensare a soluzioni del genere senza una riforma dei campionati e senza un programma pluriennale che preveda un rafforzamento patrimoniale, controlli esterni e certificazione dei bilanci per la Serie A-2, anche se tanto è stato fatto in questa direzione dai vertici della Lnp. Siamo però ancora universi troppo distanti: prima di pensare ai travasi vanno armonizzate le regole».