Il Pagellone di Oscar Eleni e le lodi a Brescia

Fonte: Indiscreto.info a cura di Oscar Eleni

10 A BRESCIA per 3 motivi importanti: riusciranno ad avere un Pala Leonessa; hanno allestito una bella squadra; hanno premiato l’ex Ario Costa, detto Wimbledon (così lo chiamava Sales dopo aver visto le manone mangiando i gnocchi di Cogorno) presidente della Pesaro materasso stritolata in campionato. Un voto che si merita anche Alessandro Periconi animatore di un ufficio stampa che lavora bene e sa fa diventare energia quello che produce la presidentessa Bragaglio, una da promuovere anche in Lega.

9 Al PASQUINI che ha riportato Sassari nella zona nobile della classifica, passando attraverso esami dolorosi, difficili, una crescita ben governata. Certo non sarà facile in Coppa Italia eliminare Avellino, ma se questa è l’alba allora ahioo.

8 Ai fratelli VITALI, con la maglia di Brescia, ancora loro, il maestro Luca, che porta a 19 il suo record di assist, il giovane Michele che segna, azzanna, cresce. Bene a sapersi, dirà mastro Messina in Texas.

7 Al FONTECCHIO che sta crescendo bene, dopo aver cancellato le facili illusioni di chi lo vedeva già pronto per grandi ribalte. Ha scelto la strada della pazienza, sapendo che con Repesa, erano cresciuti bene quelli che ascoltavano davvero, da Basile a Belinelli, fingendo di non sentire le voci esterne che hanno già fatto troppi danni alla ricca Milano. Si vede che è figlio di due grandi atleti. Sa cosa vuol dire allenarsi bene e dovrebbe imparare a mandare a quel paese chi gli parla di NBA…

6 Al WRIGHT che ha incantato Torino mentre infilava le banderillas sul corpaccione dell’Avellino sfuggita dalle mani di Sacripanti entrato nel club non tanto esclusivo degli allenatori che spiegano una sconfitta con la frase a doppio taglio: piano partita non rispettato. Colpa condivisa? Uhm.

5 A DIAWARA che ha messo il colpo vincente per l’impresa di Caserta sul campo di Reggio perché adesso litigheranno tutti quelli che lo consideravano bollito e gli altri che invece erano convinti che potesse dare ancora qualcosa nel campionato italiano. Certo non il massimo, ma pur sempre difficile.

4 Al PERIC di Venezia perché quando la sua luna è buone questa Reyer fa davvero paura, anche dopo inizi balbettanti come contro l’Ottobre Rosso che avrebbe forse bisogno di qualcosa in più, magari la serenità oltre ad un bel giocatore. Il tipo, però, ogni tanto si deprime ed è questo che deve temere De Raffaele ora che ha una Venezia da Canal Grande.

3 A STIPCEVIC che ha sfondato la rete alzata da Attilio Caja per ridare a Varese una speranza, una minima speranza. E sì, l’omino di Maribor ha fatto del male, come tante altre volte, ha giocato benissimo, come spesso gli accade, ma nei piani partita viene sempre considerato meno di quello che vale: se Aza Petrovic non lo metteva mai in campo con la nazionale croata ci sarà stato un motivo. Ecco. Nessuno sa spiegarlo, meno Pasquini, ovviamente e fortunatamente diciamo noi.

2 A DELLA VALLE che dopo aver raccontato, alla sua maniera, l’abbraccio per il ritorno del maturo veterano Kaukenas, dopo aver accelerato una guarigione difficile per il bene della squadra, ha trovato una mano gelida: 3 su 13 , con 0 dalla linea dei 3 punti in 3 tentativi. Certo l’assenza di Aradori, questa ansia aspettando il “nuovo” non fa bene ai cavalieri di Menetti che ora sono davanti al bivio: crescere o piangersi addosso.

1 A BIANCHI, presidente di Lega, e PETRUCCI, numero uno del basket italiano, se non troveranno subito un modo per tornare a parlare la stessa lingua. Bianchi non creda a società che cambiano ostello al primo fiocco di neve, Petrucci non pensi soltanto al bene di una Nazionale che certo è la vetrina più luminosa, ma è il campionato, sono i campionati a tenere acceso ogni giorno il canale basket, pazienza se non tutte le voci di questo canale sono intonate.

0 A BRINDISI per aver mandato a Milano, il giorno della presentazione per le finali di coppa Italia, un fantasma di squadra, stracciando il libro di Meo Sacchetti dove si dice che il suo basket è di chi lo gioca. A Trento non hanno proprio giocato e pur riconoscendo i progressi della squadra che ha ripresentato Buscaglia dopo la sosta è difficile perdonare chi fa 48 punti in serie A, chi fornisce prestazioni del genere che dovrebbero pure essere pagate. Attenti a non finire al mercato del pesce prima di affrontare Milano che aspetta Rimini per farsi perdonare la brutta Europa, la pessima abitudine di perdere palloni anche quando le difese avversarie non sembrano feroci, anticipate: quasi 20 anche contro Capo d’Orlando non ha senso.