Lo scorso 16 marzo la Federazione Italiana Pallacanestro (Fip) ha deciso di sospendere con effetto immediato tutti i giocatori extracomunitari dai campionati di serie C Gold e Silver, serie D e Promozione in tutte le regioni.
Il Basket Frascati (che ha perso per questo motivo l’americano Darren Goodson, il quale rientrerà a giorni negli Usa), come un altro centinaio circa di società italiane, ha quindi deciso di mettere in atto una protesta simbolica, vale a dire quella di non giocare le prime tre azioni della propria partita.
«La decisione della Fip è stata davvero incredibile – dice il presidente Fernando Monetti – Dopo che le società, a inizio stagione o a campionato in corso, avevano ottenuto regolarmente dalla Federazione l’ok al tesseramento di questi giocatori, tra l’altro dietro pagamento di una somma per l’operazione e per il premio Nas (già incassati dalla Fip, ndr), è arrivata questa decisione quantomeno inopportuna come tempistica, considerando inoltre che il 28 febbraio scorso è scaduto il termine ultimo per tesserare altri giocatori. Campionati falsati, regolamento modificato in corsa (vedi Doa, ndr) e soprattutto interpretazioni personalizzate del tutto dubbie. Tra l’altro c’è un’evidente discriminazione per tutti gli stranieri dilettanti che, a seconda del campionato di competenza, vengono trattati in maniera differente, per non parlare delle diverse interpretazioni che avvengono nelle varie discipline sportive sotto l’egida del Coni. Insomma, un grande “papocchio”».
Il Basket Frascati ha quindi postato un video sulla pagina Facebook ufficiale con la messa in atto della protesta che, però, non ha trovato sulla stessa linea l’avversario di turno, l’Anzio. «Non vorrei commentare l’atteggiamento della società tirrenica che non ha “condiviso” il segnale di protesta della nostra società, in linea con tutte le società d’Italia coinvolte, e ha approfittato della scelta di non giocare da parte nostra le prime azioni della partita, segnando canestri facili» rimarca in maniera perplessa Monetti.
«Vedremo da vicino gli sviluppi di questa “pazzesca e inverosimile” vicenda che scalfisce una volta di più la credibilità del nostro sport e che fa venire seri dubbi a chi investe nel basket – aggiunge il presidente – Spiace a livello umano per la perdita forzata del nostro Goodson, ma se non riusciremo a entrare nei play off non ne faremo un dramma. In questo finale, come tra l’altro accaduto già dopo la scelta di mettere coach Cupellini alla guida della prima squadra, ci sarà ancor maggiore spazio per i ragazzi del nostro vivaio che avranno l’opportunità di misurarsi in un campionato di spessore come la C Gold».