Migliorata di molto la media di realizzazione dai 6.75 metri, superato il 50% dei tiri da breve distanza, 10 su 15 da 3 e 23 su 45 da 2, per i biancorossi di coach Dalmasson il superamento del “violento” quintetto di Mantova è stato un giusto affermarsi.
Oltre ai dati relativi al tiro va rimarcato che il “ritrovamento” di Green e la conferma dei senatori, Cittadini, Pecile e Prandin, ha permesso ai triestini di superare il periodo di smarrimento (subito un parziale di 11 a 2) e di ritrovare la retta via come disse Padre Dante.
I punti giunti in classifica dalla sudata ma non sofferta trasferta di Mantova valgono più di una pretesa, costituiscono il diritto di sedere nelle posizioni di rispetto della classifica che oggi vede la Pallacanestro Trieste al terzo posto. La prestazione di Mantova però non è stata tutta “rose e fiori”, ha mostrato infatti il bad moment di Parks, la discontinuità di Da Ros, indubbiamente il bravo Matteo una delle più valide possibilità del team e il fallo subito da Baldasso, più che fallo una pesante violenza, nonchè Bossi e Pecile, specialmente il primo, avrebbero potuto dare di più, comunque – particolarmente Pecile – quando si è verificato uno stato di bisogno, ha saputo assumersi non leggere responsabilità.
Al momento Trieste mantiene la posizione di eccellenza, coach Dalmasson supplisce alle avversità dei singoli e del complesso puntando al meglio possibile.
Il prossimo impegno, che si giocherà al Palarubini, presenta la sfida con la squadra di Ferrara, un confronto di non difficile impegno per Prandin e compagni, Ferrara infatti si è cinta il capo di alloro per sole 9 volte sulle 27 partite disputate.
Gli avversari vanno comunque sempre rispettati e le fatiche potranno tornare utili per i play-off, fase che potrà contare sull’attuale stato di grazia di Cittadini ed essere foriera di grandi soddisfazioni.
Attila Frizzo