“Per me è un motivo di grande onore essere a Cremona, la mia città, in una giornata di festa e di amicizia come quella che sarà domani”. Queste le parole di Matteo Bonetti, patron del Basket Brescia Leonessa, intervenuto in conferenza stampa assieme al general manager Sandro Santoro alla vigilia del derby tra la Vanoli e la Germani, in programma al PalaRadi domenica alle ore 18.15.
“Oggi ho letto un articolo sul quotidiano Giornale di Brescia nel quale è descritto il presunto comportamento che una parte della tifoseria della Vanoli sarebbe pronta a tenere nei miei confronti in occasione della partita di domani pomeriggio – spiega il patron della Leonessa -. Un articolo che mi ha lasciato perplesso e in merito al quale desidero fare alcune precisazioni.
Innanzitutto vorrei sottolineare la bontà dei rapporti che intercorrono tra il Basket Brescia Leonessa e la Vanoli Cremona, testimoniata anche dal fatto che ai tifosi bresciani è stata data ampia disponibilità a partecipare all’evento di domani, arrivando addirittura a ingrandire il settore destinato alla tifoseria ospite e raddoppiando di fatto la disponibilità dei tagliandi assegnati ai bresciani.
Chi mi conosce sa che i miei comportamenti in occasione delle partite del Basket Brescia Leonessa sono dettati esclusivamente dalla passione che contraddistingue il mio modo di vivere la pallacanestro. Una cosa che da Cremona hanno capito perfettamente: anche per questo le divergenze che si erano manifestate al termine della gara d’andata sono state appianate da tempo, all’interno di un rapporto tra le due società che è stato sempre improntato a cordialità e rispetto. Lo testimonia il fatto che in occasione della gara di domani i club si sono adoperati per organizzare congiuntamente la conferenza stampa di presentazione della partita, una circostanza che non si è verificata esclusivamente per motivi di tipo logistico.
Spiace verificare che certe considerazioni vengano portate all’attenzione dell’opinione pubblica sulla stampa seguendo l’onda emotiva dei social network e spiace altrettanto constatare come la stampa cartacea a volte tenda a seguire i dettami dei social network, quando in realtà dovrebbe verificarsi esattamente il contrario.
Concludo dicendo che la partita di domani a Cremona sarà comunque una festa: per i tifosi che riempiranno il PalaRadi, che potranno assistere a una sfida eccezionale dal punto di vista agonistico e dell’intensità, per le due società, che si stimano reciprocamente e si rispettano dentro e fuori dal campo, e più in generale per la pallacanestro italiana”.
“Non credo che sia giusto fare di tutta l’erba un fascio – afferma Sandro Santoro, general manager del Basket Brescia Leonesssa -, piuttosto bisognerebbe interrogarsi se è il caso o meno di enfatizzare situazioni che non hanno alcun modo di esistere. Stiamo parlando di una partita di pallacanestro, di una competizione sportiva, alla quale possono essere abbinate parole come correttezza e lealtà e che dovrebbe rimanere fuori dalla polemica spicciola.
Credo che quanto accaduto nella partita d’andata sia stato ampiamente chiarito, chi conosce Matteo Bonetti sa che lui mette passione in ogni cosa che fa e qual è il suo modo di affrontare la partita la domenica. Chiaramente il derby di Cremona è una partita particolare e importante, nella quale si sfideranno due squadre con grandi motivazioni. Ed è altrettanto chiaro che Matteo la vive in maniera ancora più passionale, perché Cremona è la città dove è nato e cresciuto.
Vorrei però che si focalizzasse l’attenzione su questi aspetti, che non sono di secondaria importanza, che rendono giustizia a chi, ispirato dalla passione, si affaccia a questo sport facendo grandi sacrifici. Questa gente merita prima di tutto rispetto. Poi si entra nella competizione sportiva, nel campanile e negli obiettivi che le società sono chiamate a raggiungere. Ma questo non deve mai distogliere il rispetto per chi fa qualcosa per il nostro sport”.
L’ultimo pensiero di Matteo Bonetti è per il prof. Marco Leonardi, recentemente scomparso: “Per me queste sono giornate tristi, perché è venuta a mancare una persona a me molto cara. Con il prof. Marco Leonardi ho condiviso 30 anni della mia carriera, lui era una persona che sapeva fare squadra. Un uomo buono, giusto, che sapeva dare tanto alle persone che lavoravano con lui. Un uomo libero, che ci ha insegnato davvero tanto”.