Due partite perse in malo modo in terra lombarda hanno dato sfogo a mille e mille considerazioni, parte di queste benevoli altre meno. Le voci giungono dall’esercito dei fans triestini che comprendono ogni particolarità della città, qualsiasi categoria di tifosi e non ultimo il gruppone dei sapienti.
Tra le motivazioni che svettano sull’accaduto brilla la convinzione del “particolare arbitraggio” che avrebbe punito i cestisti di coach Dalmasson. Secondo le voci più qualificate nelle ultime battute delle due gare qualche intemperanza fisica a danno dei biancorossi è stata tollerata o non vista determinando così una situazione di privilegio per i padroni di casa.
Un’altra massa di opinioni esiste nel convincimento che il quintetto di capitan Coronica abbia sottovalutato gli avversari, battuti qualche giorno prima al Palarubini con divario pesantissimo, ritengono questi in ultima analisi che Cittadini e compagni abbiano mancato di tener conto delle potenzialità reattive del quintetto di Treviglio, che se è vero che dispone di appena due o tre giocatori all’altezza della situazione – sicuramente Marino è il top dei tre – vanta il resto della compagine ben inquadrato e soprattutto perfettamente determinato.
La convinzione più diffusa è però quella che vuole l’Alma felice di disputare una quinta partita, vuoi perchè il piacere di riempire il Palarubini costituisce sempre un traguardo ambito, vuoi perchè si valorizzano alcuni cestisti che al momento non sono in stato di benevole considerazione.
Questa è un’opinione senza dubbio sbagliata, in quanto chiudendo a Treviglio, Trieste avrebbe potuto tirare comodamente il fiato avrebbe confermato l’avvenuto inserimento del new entry Cavaliero e il rispetto da parte di ogni avversario per giocatori della qualità di Cittadini e Da Ros.
Esiste anche tra le molte opinioni il sospetto dell’alternarsi del valore delle gare di Green e Parks che sia dovuto al fatto che i due salterini siano ormai destinati a ritraversare l’oceano per trovare posto in quella che si potrebbe chiamare la serie A2 della NBA. I due giocatori sono stati visionati e, per la seconda categoria del basket statunitense, sembra abbiano avuto il placet.
La verità è che non capita spesso che un quintetto inferiore abbia ragione dei più teoricamente validi e organizzati, ma quando questo avviene le responsabilità sono esclusivamente degli attori cioè dei giocatori che si perdono in banalità ed entrano nella sfera della non continuità e dei non pochi tecnici che non sanno mettere una pezza sui calzoni che si stanno sfilacciando.
Alla luce di quanto è occorso, l’ultima gara non potrà essere altro che biancorossa, se errori dovevano esserci sono stati assaporati tutti, professionisti come i boys di coach Dalmasson non possono permettersi di ripetere. Così logicamente dovrebbe essere.
Attila Frizzo