Arrivi a Udine, dove sei stato vicinissimo a firmare un po’ di anni fa. Era proprio destino…
“Sembra proprio di si. Il primo contatto con Cordenons fu, infatti, durante la Summer League, dove collaboravo con Goran Bedov nella Snaidero U22. E proprio dalla chiusura del progetto Snaidero nacque l’opportunità 3S Basket. Diciamo che rimettiamo mano ad un progetto rimasto per un po’ nel cassetto”.
Ti occuperai di settore giovanile, come responsabile tecnico, ma allenerai anche qualche gruppo? Se si, quale e con quali obiettivi?
“Avrò compiti da Responsabile Tecnico in collaborazione con Mauro Rosso che continuerà a curare la parte organizzativa. Allenerò sicuramente un gruppo ma le competenze definitive le stileremo dopo il confronto con tutti i colleghi che fanno parte del settore giovanile, a stagione agonistica conclusa”.
Hai avuto già modo di verificare lo “stato di salute” delle giovanili APU?
“Sto ancora… studiando. Anche perché, fino a fine maggio, il mio primo impegno riguarda le giovanili della 3S. Il lavoro fatto finora, comunque, è molto buono, come dimostrano anche i due concentramenti interzonali conquistati dagli U15 e U16. Poi sappiamo che per qualsiasi formazione giovanile uscire dai confini regionali significa confrontarsi con “un altro mondo “. L’obiettivo dei prossimi anni sarà proprio quello di provare ad alzare l’asticella della competitività, attraverso la collaborazione tecnica fra le varie squadre e , lavorando per meritarcela, anche delle società della provincia e della regione”.
Torni ad avere un incarico, seppure indiretto, anche a livello senior, come collegamento tra under e prima squadra. Farai parte dello staff di Lino Lardo? Ci spieghi un po’ meglio questo ruolo?
“Si. Entro a far parte dello staff di coach Lardo, cercando di mettere al servizio di un gruppo già consolidato e competente l’esperienza da… anziano. Lavorerò sul campo come assistente, cercando poi di trovare alcuni comuni denominatori tra il progetto tecnico della serie A e gli ultimi gruppi del settore giovanile”.
Inizia una nuova avventura dopo i 6 anni in cui hai lavorato alla 3S Basket Cordenons. Che periodo è stato?
“Devo moltissimo alla 3S. Innanzitutto perché sono stati ”eroici “ nel sopportarmi tutto questo tempo! E poi perché hanno sempre messo me e tutti i colleghi nelle migliori condizioni possibili per poter svolgere il nostro mestiere. Un modello societario sotto molti punti di vista. Altra pietra angolare dei risultati è stata proprio la collaborazione fra allenatori, dove pur fra giuste e inevitabili divergenze, si è sempre mantenuto vivo il concetto di “squadra” e di successo comune al di sopra del personale. Il più grande debito che ho contratto, tuttavia, è quello con i giocatori e le loro famiglie , che hanno accettato sacrifici straordinari pur di provare a rincorrere l’obiettivo chiamato “eccellenza”. Mi auguro davvero rimanga in tutti loro come patrimonio e abitudine personale indipendentemente dai risultati”.
E’ forte il tuo legame con il basket pordenonese, avendo allenato a Pordenone e, appunto, a Cordenons. I tanti appassionati possono legittimamente sperare di riavere una prima squadra di un certo livello?
“Senza dubbio. Perché se è vero che il livello del vertice può anche dipendere da contingenza finanziaria, quello della base giovanile ha continuato a dimostrare vitalità in questi anni, guadagnandosi sempre l’élite regionale in gran parte delle categorie. Collegare queste due realtà , conquistandosi la fiducia di investitori e istituzioni, è compito della competente programmazione dei dirigenti”.
Simone Pizzioli