L’opinione di Attila Frizzo: inutili intemperanze

Siamo – era ora – al dunque si gioca questa sera al Palarubini il quinto confronto della fase di semifinale tra la Pallacanestro Trieste e la Fortitudo Bologna, partita che stabilirà il quintetto che avrà diritto di partecipazione alla fase finale del campionato di serie A2.

Una delle finaliste si è già guadagnata il diritto di “ultima ratio”; si tratta di un’altra bolognese la Virtus.

Comunque vada l’ultima fase dell’interminabile torneo di A2 vedrà quali protagoniste due teams di antico e nobile blasone, in quanto oltre alle V nere ricche di storia sono sia la Pallacanestro Trieste che la Fortitudo Bologna.

Il nuovo modo di prorogare la fase finale del campionato di A2 è stato desunto dalla moda che in altri paesi è da tempo consolidata. Negli impianti della penisola il pubblico è stato numerosissimo e molto partecipe, come tutte le novità questo nuovo modo di competere a ripetizione ha dato modo di constatare non poche intemperanze durante le gare. Se a Bologna, per la terza e quarta gara il comportamento da parte del pubblico è stato aggressivo, intollerante e giustamente sanzionato dalla Federazione italiana pallacanestro che pur punendo non ha voluto essere “giustamente cattiva”.

La squalifica del terreno di gioco bolognese per due giornate e la multa comminata per contanti sono il segno che i fans della “Grassa” è andato oltre a qualsiasi limite.

Per quanto concerne Trieste le gare uno e due disputate al Palarubini non sono state all’altezza dell’educata e civile tradizione triestina, sicuramente la parte del pubblico più emotiva ha superato i limiti del minimo lanciando una quantità incredibile di rotoli di carta igienica, palle di carta e monetine all’ingresso del team di Bologna.
Le gesta dei super fans certamente inammissibili non hanno nessun rapporto con l’incivile grido del Pala Dozza: uccideteli, uccideteli lanciato verso i biancorossi.

Sarà sicuramente Trieste a meritare la partecipazione alla fase finale, la squadra è più forte, la panchina è più ricca di elementi validi, coach Dalmasson e i suoi collaboratori sono stati quasi sempre razionali e precisi, resta l’incognita della conduzione arbitrale, se i play off hanno sicuramente mostrato la totale dedizione partecipativa del pubblico hanno anche evidenziato che la classe arbitrale non è all’altezza dello spettacolo atletico che le squadre di A2 offrono.

Il basket è un gioco “no contact game” modificato – io direi maltrattato – dalle innovazioni che riguardano il rettangolo dei tre secondi nonchè il semicerchio dove chi attacca ha sempre ragione anche se spinge l’avversario – il difensore – con le mani le spalle e ogni parte del corpo, queste le situazioni che ognuno della terna arbitrale designata ad ogni partita vede dal suo punto di vista.

Attila Frizzo