Si possono accostare esperienza e debutto, un passato chiamato Serie A ed un presente tutto nuovo? Si, si può se ti chiami Paolo Bosini ed accetti di debuttare, a 66 anni, nel basket femminile. L’esperto coach goriziano, nominato Allenatore benemerito della Fip nel 2014 e con un glorioso passato da giocatore ed allenatore di Serie A, ha infatti accettato la proposta del Casarsa e sarà alla guida della formazione femminile, neo promossa in serie B.
Bosini non ha certo bisogno di presentazioni, a parlare è il suo curriculum in cui spiccano le panchine nella massima serie di Gorizia e Udine e quelle in C a Trieste, sponda Jadran, Cordenons, Codroipo e, l’anno scorso, alla Goriziana.
Lo abbiamo contattato per rivolgergli qualche domanda.
Dopo una lunga carriera nel basket maschile, arriva la prima esperienza in quello femminile. Come è maturata?
“Nasce da una telefonata con cui Michela Malfante (dirigente della Polisportiva Casarsa, ndr) mi ha chiesto la disponibilità ad allenare la serie B femminile. Sul momento sono rimasto un po’ spiazzato in quanto, sinceramente, non mi aspettavo una richiesta di questo tipo visto che tutta la mia carriera si è svolta in ambito maschile. Vi ho riflettuto un paio di giorni e l’ idea è iniziata a piacermi, tanto da portarmi ad accettare con entusiasmo”.
Pensi che ci siano differenze nell’allenare maschi e femmine? Se si, quali?
“La differenza tra la pallacanestro maschile e femminile esiste soprattutto sotto l’aspetto fisico, gap questo difficilmente colmabile. Sotto l’aspetto tecnico, però, la ragazze negli ultimi anni hanno fatto progressi notevoli avvicinando sensibilmente i maschi, come è stato possibile verificare negli ultimi campionati europei femminili di questa estate, che peraltro ho seguito con molta attenzione”.
Cordenons, Pordenone e ora Casarsa. Sei proprio affezionato alla provincia pordenonese…
“A Pordenone ho trascorso veramente bei momenti e pertanto, al di là della chiamata di Casarsa, sono rimasto molto legato a questa provincia. I tre anni trascorsi a Cordenons sono stati gratificanti sia sotto l’aspetto sportivo sia sotto l’ aspetto umano. Anche la disgraziata stagione con il Sistema la ritengo tutto sommato positiva: aver sfiorato la salvezza ai play out con una squadra tecnicamente debolissima mi ha dato qualche soddisfazione”.
Da quando hai iniziato, come si è evoluto, o involuto, il basket?
“Come tutti gli sport anche il basket è sicuramente progredito, anche se negli ultimi anni si è dato maggiore attenzione all’aspetto fisico a scapito della tecnica. Il gioco sta diventando sempre più veloce e questo è scuramente un fatto positivo, no altrettanto, a mio avviso, l’abuso del tiro da tre”.
Cosa ti aspetti da questa nuova avventura?
“Quando inizio una nuova stagione abitualmente mi prefiggo di ottenere il massimo possibile. Anche quest’anno sarà cosi. Non sarà facile in quanto da neo promossi ci troveremo a dover affrontare, cosa non facile, le naturali difficoltà che derivano dal salto di categoria. Credo, però, che con l’applicazione e con lo spirito di sacrificio delle ragazze riusciremo ad ottenere un buon risultato, ne sono sicuro e lavoreremo tutti insieme con impegno per ottenerlo”.
Simone Pizzioli