Il refrain è sempre lo stesso: i playoff sono un’altra storia. Ed è proprio così, non si scappa da un luogo comune incontestabile ogni volta che vedi un match come quello andato in scena al Marangoni. Ecco, partiamo proprio dal luogo simbolo della pallacanestro udinese che sembrava – chapeau ai sostenitori Vis – una succursale della Favorita, tanta e rumorosa è stata la presenza sulle tribune dei tifosi mosaicisti. Che giustamente ci credevano alla finale: come non cullare sogni di gloria dopo aver visto gara 2? Ma sono playoff, si diceva. Col potere di far risorgere chi sembrava in grande difficoltà – l’UBC – e di far pesare come un macigno il pallone negli ultimi, decisivi possessi per chi sperava di incontrare San Daniele in finale promozione.
Molti si ricorderanno solo della fine, della scelta poco lucida di capitan Bagnarol di cercare più il contatto che il canestro da 3. O di chi poteva farlo quel tiro e vi ha rinunciato. Ma sarebbe sbagliato e anche ingeneroso nei confronti di chi ha fatto un campionato assolutamente sopra le aspettative, capace di uscire da una crisi tosta durante la stagione regolare e ritrovarsi, non per caso, in gara 3 di semifinale. Rinunciando al sogno più bello più per merito di una compagine tosta, esperta e, particolare non da poco, abituata alle corride di fine stagione, che per demeriti propri.
Che la Vis fosse carica come una molla si intuiva già dal riscaldamento, pochi sorrisi e tanta concentrazione, coach Musiello a distribuire “cinque” ed incoraggiamenti ai suoi, lo staff societario presente con il presidente Maiorana in testa.
Pronti, via e sul parquet udinese dopo il 2-0 iniziale di Pignolo c’è solo la Vis con un Gaspardo da leccarsi i baffi, le triple di Bardini e De Simon, Passudetti al ferro e Manzon che sentenzia dal mezzo angolo. 17-4 esterno, Paderni mette indice destro sotto la mano aperta chiedendo aiuto agli ufficiali di campo. Dev’essere stato incisivo e convincente, nel timeout, l’ex coach della GSA perché Principe e Tirelli firmano la remuntada con un 10-0 di parziale rimettendo in piedi un match che aveva preso una brutta piega. La Vis c’è, reagisce e chiude il quarto sul +7 grazie ai canestri di Paradiso, Fabris e ad un’acrobazia di capitan Bagnarol a fil di sirena.
Le rotazioni ampie cui Paderni ricorre mettono in ritmo Trevisini e Floreani, fino a quel momento a secco, e in difficoltà gli ospiti che non trovano la via del canestro per tre lunghissimi minuti. Il livello agonistico si alza e Principe va a nozze, con la tripla del sorpasso (26-25) e tanta sostanza nel pitturato. Dai 6.75 Paradiso riporta avanti la Vis (30-29) che prova a schierarsi a zona. Un gioco da 3 punti di Lubian e una tripla di Principe dimenticato dalla difesa Vis archiviano il primo tempo sul 40-36.
Dopo l’altalena che ha visto la Vis partire forte, segnare 26 punti nei primi 10 minuti e la reazione dell’UBC che con difesa e rimbalzi ne subisce solo 13 realizzandone 24 nel secondo quarto, il terzo periodo sembra essere il frutto di un accordo di non belligeranza, “non facciamoci troppo male adesso e rimandiamo tutto all’ultimo quarto”. La tensione è alta e la posta in gioco, evidentemente, riaffiora nella testa dei protagonisti: De Simon forza alcune conclusioni e commette il suo terzo fallo, il primo canestro Vis arriva dopo cinque minuti ma l’UBC non ne approfitta, anzi. Poco da commentare se si guarda al parziale di questo periodo: 8-7 e tutti concentrati per gli ultimi 10 minuti decisivi.
Sotto di 5, la Vis si rifà sotto con 4 punti di De Simon (49-45), Chierchia ringrazia Principe trasformando un suo splendido assist prima del “botta e risposta” di Manzon e Trevisini dall’arco dei 6.75. Al 5’ il match è in equilibrio (54-52), una tripla di Floreani vale il +5 ma Gaspardo tiene la Vis a contatto (59-57) quando mancano 2 minuti al termine.
Dopo l’errore di Paradiso dalla lunga distanza, la Vis perde lucidità e non approfitta di una palla persa UBC, restituendo la cortesia. Principe realizza un canestro importantissimo (61-57) mentre Bagnarol non trova nemmeno il ferro dai 6.75. Il fallo sistematico manda Floreani in lunetta che fa 2/2 (63-57), la Vis spera ancora grazie ad una tripla di Paradiso (63-60) quando mancano 40 secondi, per poi abbandonare ogni sogno di gloria: airball di Bagnarol, Trevisini sigilla la vittoria realizzando il tiro libero del +4 che manda in paradiso l’UBC e chiude il campionato dei mosaicisti.
Il commento di Andrea Paderni, coach UBC: “Siamo stati bravi a non scomporci e a mantenere la stessa faccia quando all’inizio la Vis è partita con percentuali altissime. E quando siamo riusciti ad alzare l’aggressività in difesa abbiamo portato la partita sul nostro territorio. Abbiamo Vinto l’ennesimo finale punto a punto, dimostrando che questi ragazzi hanno sì entusiasmo ed energia ma soprattutto grande forza mentale.
In ogni caso, onore ai vinti, Spilimbergo ha fatto una grandissima serie e avrebbe meritato quanto noi la finale.
Dopo una stagione pazzesca, ci siamo meritati l’onore di giocare per vincere il campionato e siamo dove abbiamo sempre voluto essere. In questo momento, la dedica mia dello staff e di tutti i ragazzi va a Joency Felix Cruz”.
Queste, invece, le dichiarazioni di Enrico Musiello: “E’ stata una semifinale emozionante, non ho rimpianti perché ho visto i miei ragazzi lottare con coraggio, ci è mancato qualcosa per poter vincere e regalarci, a noi, alla società e al nostro meraviglioso pubblico, una finale che nessuno avrebbe immaginato”.
Saranno, quindi, Il Michelaccio San Daniele e l’UBC Udine le due finaliste che si contenderanno la promozione in C Gold. In attesa del calendario ufficiale, gara 1 si giocherà a San Daniele presumibilmente Sabato 19 alle ore 19.
Ubc Udine– Vis Spilimbergo 64-60
Latte Carso Ubc Udine: Trevisini 10, Vischi, Floreani 12, Chierchia 2, Losito 2, Pittalis, Pignolo 6, Lubian 4, Bulian, Avanzo 7, Tirelli 5, Principe 16. All. Paderni
Vis Spilimbergo: Bardini 5, Fabris 2, Ferigutti, De Simon 11, Favaretto, Paradiso 10, Passudetti 5, Bagnarol 11, De Col, Gaspardo 11, Manzon 5. All. Musiello
Parziali: 16-23; 40-36; 48-43
Arbitri: Sabbadini e Cotugno
Simone Pizzioli