Frates: “Quanta passione a Gorizia per il basket, sarà bello rivederci”

Fabrizio Frates è stato l’architetto dell’ultimo hurrà di Gorizia con la promozione in serie A dell’allora Deltaline nella stagione 1997/98. E sarà uno dei grandi protagonisti dell’Old Star Game 2019 con il compito di dirigere i lavori della selezione dei Miti della città alla quale ha regalato l’ultima grande gioia, prima della scomparsa del basket professionistico nel 1999. Il tecnico milanese sarà tra I Miti del basket giuliano e isontino che domenica 24 febbraio saranno protagonisti all’Allianz Dome di Trieste,  partecipando alla gara di solidarietà (aggiornamento al 19 febbraio 2702 biglietti venduti, l’obiettivo è arrivare ai 5000 del 2017 a Bologna) con la promozione Special Price 10.  Un unico biglietto al prezzo promozionale di dieci euro in tutti i settori per sostenere il Charity Partner, Made in Carcere, una cooperativa sociale che produce manufatti confezionati da donne detenute ai margini della società ed impegnata ad attività di reinserimento e nuovi percorsi formativi di vita con lo scopo di diffondere la filosofia della “Seconda Chance” e la “Doppia vita dei tessuti”.

Cosa ricorda delle sue due stagioni a Gorizia?
“Due anni bellissimi con due finali playoff: la prima persa contro la Reggiana di Mike Mitchell, Pace Mannion e Gianluca Basile, tanto per dire cosa era l’A2 di quegli anni, e la seconda vinta con Trieste in un derby che è rimasto nella memoria di tutti i goriziani, sia per la promozione in A1 dopo tanti anni che soprattutto per averla conquistata in un derby sentitissimo. Per me il ricordo è indelebile, legato principalmente alla famiglia Terraneo che impostò il progetto di crescita del club ma alla fine del 1998 regalò la squadra alla città. Purtroppo quella promozione fu paradosssalmente controproducente perchè non c’erano più le risorse per mantenere la squadra in serie A. Peccato che il basket a Gorizia oggi navighi nei campionati regionali, perchè in città ferve una passione incredibile: ricordo derby dai climi meravigliosi sia al PalaBigot che a Chiarbola, e 5mila persone in piazza a Gorizia davanti al maxi schermo perchè non avevano trovato il biglietto per la finale a Trieste”.

Frates in panchina, Antonello Riva in campo e tanti altri brianzoli a partire dalla proprietà della famiglia Terraneo: era una Gorizia alla canturina…
“La matrice molto canturina derivava dalla proprietà, che era effettivamente di Cantù ma si era trasferita a Gradisca d’Isonzo dove avevano l’azienda. Avevano già portato la squadra dalla B all’A2 e puntavano alla A: il primo segnale di serietà dei programmi fu l’arrivo di Antonello Riva che per la prima volta scendeva in A2. Ricordo due anni meravigliosi, ovviamente il secondo più del primo, e un bellissimo clima attorno alla squadra sia per la passione e la competenza della famiglia Terraneo che per l’entusiasmo dei tifosi”.

Riva era il punto di riferimento, ma c’erano anche dei giovani emergenti, basti pensare a Mian e Pecile…
“Il primo anno oltre ad Antonello c’erano anche Fumagalli, Gilardi, Fazzi e Foschini come ex Cantù. Poi modificammo il roster con l’arrivo di Sly Gray a fianco di Cambridge, e sopratutto due grandi triestini come Tonut e Pol Bodetto; ovviamente la bandiera era Michele Mian e il secondo anno lanciammo anche Pecile, che pur essendo triestino non aveva avuto spazio nella sua città natale. Proprio loro due vennero ceduti a Pesaro nel 1999 insieme ai diritti di serie A”.

Derby promozione tra Gorizia e Trieste: era un periodo magico per il basket nella regione…
“Era un periodo di grandi passioni per il basket in tutto il Friuli: a Gorizia c’era la famiglia Terraneo, a Udine c’era Snaidero, a Trieste Stefanel e poi la nuova gestione per provare a tornare in serie A. C’era sentore della possibilità di costruire un grande polo, sentii parlare di un palazzo dello sport a Palmanova per una unica grande realtà friulana che unisse tutti, poi non se ne fece nulla. Di sicuro la promozione in A fu il momento più alto del basket friulano dopo i fasti degli anni ’70 della Splugen Brau, attorno a noi c’era un entusiasmo pazzesco”.

Cosa ha provato quando è stato chiamato per l’Old Star Game 2019 di Trieste?
“Verrò di corsa perchè ho tanta voglia di rivedere i miei ragazzi dopo 20 anni. A Michele Mian sono affezionatissimo anche per i trascorsi comuni in Nazionale ma sono molto legato anche a Davide Cantarello. Un bellissimo evento che permetterà a noi di ritrovare tanti amici e al pubblico di celebrare gesta che si ricordano a distanza di tempo. Ho saputo che Alberto Ardessi è tornato ad allenarsi: occhio perchè la sua mano è sempre calda, ai miei tempi era team manager e non più giocatore, ma ho sentito che ha lanciato la sfida a Boscia Tanjevic che ha promesso di schierare la sua mitica zona 1-3-1. “Allora mi metto negli angoli e tiro” ha promesso capitan Mitraglia….”

Cosa si aspetta dai tifosi in occasione dell’evento del 24 febbraio?
“Spero vengano in tanti, prima di tutto per lo scopo benefico dell’iniziativa, e poi perchè i triestini e i goriziani potranno rivedere giocatori che li hanno fatti sognare. Spero tanto che un evento del genere possa servire a riaccendere gli entusiasmi in città e riportare il basket su livelli più elevati; personalmente mi piacerebbe rivedere tanti amici dell’epoca, più gente verrà da Gorizia e più sarò contento”.