Pallacanestro Trieste: 200 volte Legovich

L'assistant coach triestino taglia un importante traguardo sulla panchina biancorossa

Marco Legovich (foto tratta dal profilo ufficiale Facebook di Allianz Pallacanestro Trieste)

Era l’estate del 2015 quando Marco Legovich, triestino classe 1992 ed a quel tempo coach dell’Under 17 e vice allenatore della prima squadra dei Salesiani Don Bosco – storica compagine del capoluogo giuliano –, veniva chiamato dalla Pallacanestro Trieste per diventare il secondo assistente di Eugenio Dalmasson, esordendo poi il successivo 4 ottobre nel campionato di Serie A2.

Con la gara di domenica prossima in casa contro Varese – prima gara del 2021 – potrà soffiare le 200 candeline ottenute in 6 stagioni consecutive (3 in A2 e 3 in A), confermandosi così nella Top Ten degli allenatori con la più lunga militanza sulla panchina di Trieste. “Lego” è all’ottavo posto a sole 9 lunghezze da Cesare Pancotto, in una graduatoria che comprende 37 allenatori in oltre 1.500 incontri in 46 stagioni dalla Serie A fino alla B2 e che vede sul podio Furio Steffè, Eugenio Dalmasson e Matteo Praticò.

Una classifica di presenze (dal 1975) la cui compilazione è risultata particolarmente complessa e che si è resa possibile solo grazie all’aiuto di qualcuno dei coach interessati, dei colleghi giornalisti Alessandro Asta e Matteo Zanini e della spettacolare memoria storica di Riccardo Zocchi, ai quali va un sentito ringraziamento.

“La mia avventura è iniziata al termine della stagione 2014/2015” – inizia così la nostra chiacchierata – “la Pallacanestro Trieste cercava un giovane allenatore da far crescere. Avevo i requisiti giusti e avevo inoltre già maturato un po’ di esperienza con il Don Bosco. Non bisogna mai dimenticarsi delle proprie origini, per me quegli anni sono stati fondamentali per capire le dinamiche che ci sono all’interno di uno spogliatoio ed in tal senso altrettanto fondamentali per la mia carriera sono stati Luca Daris e Guido Scabini.

“Trovarmi in mezzo a tanti nomi importanti per la storia cestistica triestina da un lato mi fa sorridere perché 200 panchine sono tante a soli 28 anni, dall’altro è un motivo di orgoglio averle ottenute con la squadra della mia città. La partita più bella in assoluto è stata certamente Gara 3 della finale playoff del 2018, ma uno dei momenti cui sono più legato è la fase finale della stagione 2018/2019, quando dopo i noti fatti relativi all’allora proprietario il gruppo si è compattato e la città ha risposto in maniera eccezionale, stando vicina alla squadra con un affetto così grande che mi emoziono ancora oggi al solo pensiero. Il legame con la squadra è cresciuto progressivamente, le presenze alle partite sono più che raddoppiate ed è stato bellissimo vedere quale sia stata la risposta della città a quel lavoro che, collettivamente come società, siamo riusciti a fare mattone dopo mattone.

“In questi anni ho vissuto tante situazioni diverse in quanto a partite, squadre ed obiettivi, ma l’arrivo in Serie A ha cambiato molte dinamiche e la necessità di studiare le partite è diventata molto più stimolante. Ma sento di non aver ancora fatto niente, sono molto ambizioso.

Per quanto riguarda i rapporti con i giocatori certamente ho avuto a che fare con diverse tipologie, con alcuni ho sicuramente legato più che con altri, com’è normale che sia. Comunque, ho imparato che in caso di incomprensioni anche solo tecniche il dialogo funziona sempre e non bisogna mai sottovalutare nulla e non bisogna mai lasciare nulla in sospeso. I veri protagonisti sono i giocatori, sono loro che vivono la gara dal campo e la loro visione può solo arricchirmi: sfrutto sempre questi spunti per migliorarmi e contemporaneamente per costruire con loro un rapporto umano. Devo tantissimo a Dalmasson, se riuscirò a fare questo come lavoro soprattutto per come la mia ambizione e la mia visione intendono farlo, riconoscerò tanto merito anche ad Eugenio. In questi anni ho sempre avuto da lui molte responsabilità: è senz’altro una situazione difficile, ma va sottolineato che credo sia altrettanto difficile trovare un head coach che si fidi così tanto e che in ogni occasione mi dimostri interesse nella mia crescita professionale e soprattutto quella fiducia che ho cercato sempre di ripagare al 110%.

CLASSIFICA PRESENZE SULLA PANCHINA DI TRIESTE DAL 05/10/1975 AL 03/01/2021

  • 1 – Furio Steffè – 422 presenze
  • 2 – Eugenio Dalmasson – 370
  • 3 – Matteo Praticò – 331
  • 4 – Bogdan Tanjević / Matteo Boniciolli / Alessandro Guidi – 297
  • 7 – Cesare Pancotto – 209
  • 8 – MARCO LEGOVICH – 200
  • 9 – Gianluca Varesano – 189
  • 10 – Roger Zovatto – 163
  • 11 – Gianfranco Lombardi – 159
  • 12 – Franco Pozzecco – 154
  • 13 – Pino Masala / Sergio Palombita – 118
  • 15 – Mauro Trani – 113
  • 16 – David Sussi – 98
  • 17 – Luca Banchi – 72
  • 18 – Stefano Comuzzo – 71
  • 19 – Mauro Stoch – 68
  • 20 – Massimo Bernardi / Alessio Scala – 66
  • 22 – Mario De Sisti – 60
  • 23 – Virginio Bernardi – 50
  • 24 – Giulio Iellini – 40
  • 25 – Romano Marini / Calogero Messina – 39
  • 27 – Gianni Pituzzi – 36
  • 28 – Alberto Petazzi – 31
  • 29 – Rudy D’Amico – 30
  • 30 – Bill Paterno – 28
  • 31 – Santi Puglisi – 24
  • 32 – Nicola Porcelli – 22
  • 33 – Piero Pasini – 20
  • 34 – Franco Ciani – 18
  • 35 – Alessandro Cittadini – 10
  • 36 – Alberto Mazzetti – 9
  • 37 – Ferruccio Mengucci – 6

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Marco Torbianelli