Coach Legovich saluta sui social la sua Trieste

Ieri non si è chiuso un semplice capitolo, ma l’ultimo di un libro durato 8 anni.
8 anni di vita, di notti insonni e di sogni ad occhi aperti.

Ti ho dato tutto me stesso, con tutti i miei limiti, i miei errori, la mia voglia di accompagnarti in giro per l’Italia e di farti vivere più successi e gioie possibili. La nostra gente li merita tutti. Mi hai dato l’opportunità di vivere momenti ed esperienze impagabili a partire dalla promozione in serie A, fino a tutte le serie Playoff che si sono succedute negli anni, facendomi innamorare ad ogni partita di quei 40’ casalinghi e di Te, ogni volta di più. Il legame tra la Squadra e la nostra gente resterà un qualcosa di difficilmente spiegabile a parole. Il sentirsi parte di un qualcosa di più grande, sentirsi invincibili, sentirsi amati, sentirsi un Figlio di Trieste.

Il penultimo capitolo, quello del 6 maggio, è sempre presente dentro di me. E’ una cicatrice che resterà indelebile nel mio cuore e purtroppo nella tua storia, cosa che mai avrei voluto, lo sai. E’ un “crimine” verso la nostra amata pallacanestro cittadina, di cui mi sento responsabile, ma ne farò tesoro, te lo prometto. Ti chiedo solo un po’ di altro tempo.

Lungo questo viaggio, mi hai messo a dura prova, ogni anno di più, quasi come a sfidarmi, nel farmi crescere, nel non accontentarmi mai, nello spingermi a dare ogni giorno di più avendo cura per le persone che mi hanno accompagnato passo dopo passo.

Grazie per le persone che mi hai fatto incontrare, hanno cambiato la mia vita. Ogni scelta, ogni rapporto consolidato nel tempo mi ha reso una persona più consapevole e migliore.

Grazie ad Eugenio, per avermi accolto e aiutato come un figlio, grazie a Mario per aver rischiato e aver avuto coraggio e alla nuova proprietà per non avermi fatto mancare mai il supporto, grazie a Gianluca per aver creduto in me dandomi la possibilità di farlo diventare un lavoro e un ultimo grazie alla mia scuola del Don Bosco, perché ricordarsi e tenersi strette le proprie origini è riconoscenza e storia di cui andare fieri. Grazie a Daniele, fratello acquisito, e a tutte le persone dietro le quinte che hanno voluto conoscermi a fondo e saputo accettarmi per quello che sono, avrete sempre in me una spalla sulla quale appoggiarvi.
Non molti allenatori hanno allenato nella loro carriera la squadra della propria città, figurarsi ai massimi livelli. Io ho avuto questa fortuna: te ne sono grato e ne sono orgoglioso. Le persone con cui ho condiviso tutto questo, i miei collaboratori più stretti Max, Andrea, Gugo, Luca, Nicola, Bus, Ucio, Gabri, i Doc, Lollo sono delle persone straordinarie e dei professionisti che devi tenerti stretti il più a lungo possibile, ricordatelo. Per chi ha scelto altre strade, ed un giorno tornerà, ricorda i suoi sacrifici e il suo lavoro con un applauso affettuoso alla prima occasione. Gli riempirà il cuore.

Un pensiero alla mia famiglia, a Chiara, ai miei amici più stretti. So bene quanto sia stato difficile starmi vicino e supportarmi. Non ce l’avrei mai fatta senza di Voi. Non mi avete mai fatto mancare nulla, abbracciandomi dopo una sconfitta e esultando con me dopo una vittoria. Vi amo.

Alla nostra gente, al nostro palazzetto, alla Curva Nord, al Red Wall, ai giocatori che si sono spesi per questa maglia, alle persone che sono passate per il nostro club nel recente passato dico solo GRAZIE. Grazie a tutti, ma proprio a tutti, vi porterò con me.

Cara Trieste, ti auguro che il prossimo libro sia fatto di tante soddisfazioni, vittorie e di grande crescita con nuove persone che hanno portato e che sicuramente porteranno competenza ed entusiasmo.

Tiferò da lontano, ma in maniera coinvolta e genuina, sempre. Perché Trieste viene prima di ogni cosa.
In ultimo, permettimi di lasciare un pezzettino del mio cuore su quella panchina, tra la nostra gente, tra i seggiolini del palazzo… un giorno ripasserò a prenderlo te lo prometto.

Non è un addio, ne sono certo, ma solo un arrivederci.

Per Trieste, sempre.

Tuo, Marco