Mantenere le qualità che lo hanno reso uno dei più interessanti prospetti giovanili azzurri e allo stesso tempo lavorare tanto per crescere dal punto di vista fisico e tecnico per reggere l’impatto con la Serie A e l’EuroCup: la preseason di Andrea Mezzanotte, uno dei nuovi arrivati in casa Aquila Basket, è partita all’insegna della “scoperta”, dentro e fuori dal campo. Nel frattempo ad allargare il gruppo in questi giorni in cui è assente anche Diego Flaccadori (con l’assistant coach Lele Molin impegnato con la Nazionale) è arrivato il playmaker americano Marcus Lovett Jr., realizzatore mancino in uscita da St. John’s University.
ANDREA MEZZANOTTE (Ala DOLOMITI ENERGIA TRENTINO): «La prima cosa che mi ha colpito è il tipo di sforzo fisico e di ritmo di gioco imponga far parte di una squadra di pallacanestro di questo livello: l’amichevole contro il Bayern e i primi allenamenti mi hanno già fatto capire che qui è tutta un’altra cosa rispetto alla Serie A2. In questa preseason so di poter avere subito spazio e occasione per mettermi in mostra, spero di sfruttare bene l’occasione e più in generale di sfruttare la fortuna di essere arrivato in un club come Trento. Ho parlato tanto con il general manager, il coach e il preparatore atletico: voglio riuscire a guadagnarmi fiducia lavorando tanto giorno dopo giorno, perché so di dover crescere tantissimo sotto tutti i punti di vista. Che tipo di giocatore sono? Un lungo che apre il campo, è una delle cose che so fare meglio, perché posso portare gli avversari oltre la linea del tiro da tre punti. Dovrò abituarmi in fretta a livello e ritmo di gioco di Serie A ed EuroCup, prenderò spunto da Dada Pascolo che negli scorsi anni per me è sempre stato un riferimento per come riesce a mascherare con la tecnica e l’intelligenza cestistica i suoi apparenti limiti fisici».
ALESSANDRO GIULIANI (Responsabile Scouting DOLOMITI ENERGIA TRENTINO): «Andrea è un giocatore nel quale noi crediamo molto per futuro ma anche per il presente, un ragazzo che ha grandi margini di miglioramento fisici e tecnici. Per la prima volta “sbatte il muso” contro giocatori fisici, diversi, esperti. Ho avuto la fortuna di allenare Giacomo Galanda in passato e Andrea per certi versi un po’ me lo ricorda: è chiaro che serve tanta pazienza e una crescita a 360°».